CACCIA, NO ALLA LEGGE SPARA-TUTTO DELLA LEGA: IL PARLAMENTO LA BLOCCHI – FIRMA LA PETIZIONE SU IOSCELGO

Per oltre 30 anni si è occupato di reati legati all’ambiente, dal traffico allo smaltimento di rifiuti, alle attività illegali delle ecomafie fino alla tutela degli ecosistemi e della fauna selvatica. Prima all’interno del Corpo forestale dello Stato, poi nell’Arma dei carabinieri, di cui ha ricevuto la nomina di Generale di divisione. Ora da deputato del Movimento 5 stelle – con alle spalle tre anni da ministro all’Ambiente nei governi Conte 1 e 2 – Sergio Costa sta lavorando per contrastare quella che ha definito “una legge da Far West“. Si tratta del provvedimento, promosso dalla Lega, che ha l’obiettivo di stravolgere la 157/92: “La destra vuole legalizzare il bracconaggio, è una follia”.

Onorevole Costa, cos’ha di problematico la proposta di legge a prima firma di Francesco Bruzzone?

Tutto, dal primo all’ultimo punto. Si potrà sparare ovunque, anche in zone protette, sette giorni su sette e non ci sarà più l’obbligo di confrontarsi con Ispra, ogni Regione farà da sé. In più, verranno aggirati i giudici amministrativi, che finora hanno vigilato sulla legalità dei calendari venatori. È una deregulation totale della caccia. In pratica, apri una porta e trovi uno che ti spara.

Ha usato l’espressione “Far West”.

Peggio, qui si sta legalizzando il bracconaggio. E lo dico con cognizione di causa, visto che ho condotto indagini su questo tema per anni. Con questa proposta di legge si dà carta bianca a questi signori e si consente loro di fare tutto ciò che prima era vietato. È assurdo. Ma naturalmente ci saranno conseguenze per il nostro Paese.

Si riferisce a una procedura d’infrazione dell’Unione europea?

Ne abbiamo appena ricevuta una sull’uso del piombo nelle munizioni e sulla direttiva Uccelli. E questa legge, se verrà approvata così com’è, andrà sicuramente incontro a una nuova procedura d’infrazione. Ma sa qual è il problema?

Dica.

Che quando viene aperta una procedura d’infrazione, le sanzioni arrivano sette anni dopo. Da ministro ho buttato l’anima per far uscire l’Italia da quasi tutte le sanzioni comminate dell’Ue. Ho preso i direttori generali del ministero, li ho portati a Bruxelles e là sa cosa mi hanno detto? È la prima volta che vi vediamo. Ma è così che si fa. Bisogna andare in Europa a negoziare con loro per uscire dalle procedure d’infrazione. E invece la destra, oggi, se ne frega dei soldi degli italiani e ci fa sbattere contro nuove sanzioni. Non è modo di fare politica, questo.

Sia Bruzzone, il primo firmatario di questa pdl, sia il presidente della commissione, Mirco Carloni, sono candidati alle Europee. Non è strano?

È tutto studiato. Hanno presentato il provvedimento, hanno contingentato i tempi, impedendoci di avere sia la relazione del governo sia quella del Cnel, cosa che di norma viene sempre concessa. Ora vogliono correre per portare a casa il risultato prima delle elezioni. È una chiara manovra propagandistica ed elettoralistica. Devono dare conto a quella fetta di elettorato che poi li vota e li fa votare. Però ci stiamo opponendo.

Come?

Intanto ho preso il documento scritto da Bruzzone, l’ho ribaltato e ne ho proposto uno contrario col quale, per esempio, chiediamo l’abolizione di quella pratica anacronistica e crudele dei richiami vivi. E poi, come opposizioni, abbiamo depositato circa 1.100 emendamenti. Sui quali pretendiamo la relazione del governo. Loro fanno campagna elettorale attraverso il Parlamento? Benissimo, noi facciamo ostruzionismo.

A proposito di emendamenti, il Pd si è allineato alla Lega. Ne ha proposto uno col quale conferma di voler tagliare fuori i ricorsi delle associazioni ambientaliste e il giudizio del Tar sui calendari venatori. Cosa ne pensa?

Non mi faccia parlare. Dico solo che il Partito democratico ha presentato 15 emendamenti. Lo ripeto, 15 su circa 1.100. E loro sono il gruppo più numeroso delle opposizioni. Come mai così pochi? Pure loro, evidentemente, devono difendere gli interessi di qualcuno. Con una battuta, mi sono proposto di scriverglieli io…

Ha l’impressione che nel dibattito pubblico, mentre c’è grandissima attenzione agli animali domestici, la fauna selvativa sia un po’ dimenticata?

La responsabilità è sia della politica sia dei mezzi d’informazione. Se fai l’equazione per cui la fauna selvatica coincide coi danni provocati dai cinghiali, ma intanto sia come stampa sia come politica dimentichi tutto il resto, il fringuello, l’aquila, la volpe, tutta l’afivauna, è chiaro che molte persone siano portate a dire “eh, ma il cinghiale fa danni”. Ma sui cinghili mi lasci dire una cosa.

Prego.

Prima che l’anno scorso il governo Meloni pubblicasse il piano per l’abbattimento dei cinghiali (600mila capi in cinque anni, ndr), noi avevamo avanzato una proposta incruenta, sul modello dei sistemi canadesi e statunitensi, per cui i cinghiali vengono sterilizzati e nel giro di tre anni la popolazione scende del 60%. Quello a cui stiamo assistendo adesso, attraverso questa foga di uccisione dei cinghiali, è l’esatto contrario: Ispra ha fornito i dati, a un anno dalla legge, e i cinghiali non sono diminuiti. Abbatterli in maniera incontrollata non fa altro che mandarli in estro, favorendo la riproduzione. Te lo insegnano al primo esame di zoologia all’Università.

Cosa pensa della petizione de il Fatto Quotidiano, che chiede di fermare la pdl Bruzzone?

Naturalmente l’ho firmata, e faccio i complimenti al vostro giornale. Avevo pensato anch’io di avviarne una, ma è meglio che arrivi da un quotidiano piuttosto che da un politico, che rischia di risultare, agli occhi delle persone, di parte. L’assurdità è che la maggioranza, con questa proposta di legge, sta bloccando una parte di Parlamento. Ma è davvero un’emergenza cambiare la legge sulla caccia? Io penso proprio di no, e sono sicuro che la maggior parte degli italiani la pensi come me.

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Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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