Esattamente 21 giorni dopo lo storico trionfo all’Australian Open, Jannik Sinner è riuscito a ripetersi immediatamente con indosso i gradi di neo-campione Slam. La vittoria contro Alex De Minaur nel 500 di Rotterdam non ha portato in dote solo il numero 3 del mondo, il nuovo record assoluto per un tennista italiano o l’ennesimo trofeo in carriera, ma anche un altro traguardo non banale e, per certi versi, inconsueto per tutto il circuito: riuscire a vincere il torneo successivo dopo aver vinto il primo Slam della carriera. Un’impresa non di poco conto, anche perché il primo Major non è solo entusiasmo, ma spesso si lega a una sorta di temporaneo contraccolpo psicologico. Destabilizza insomma, costringendo a fare i conti con il nuovo standard di riferimento appena raggiunto. Le aspettative aumentano, così come le pressioni. Uno scatto in avanti non semplice, che può essere molto complicato da realizzare in breve tempo.

Quello raggiunto da Sinner è un club estremamente esclusivo, composto da appena otto giocatori nell’era Open. Prima del 22enne azzurro l’ultimo a riuscire a compiere una simile doppietta era stato Leyton Hewitt fra il settembre e l’ottobre del 2001. Quasi 23 anni fa. Il 10 settembre l’australiano vince il suo primo Slam in carriera allo US Open battendo nettamente in finale Pete Sampras, e meno di un mese dopo (il 7 ottobre) a Tokyo alza il Japan Open Championship, superando in due set lo svizzero Michel Kratochvil. L’anno prima era toccato al russoMarat Safin. Il suo titolo agli Us Open (anche lui contro Pete Sampras) venne unito dieci giorni dopo al Tashkent Open, in cui ebbe la meglio sull’azzurro Davide Sanguinetti.

Per trovare invece il primo di questa serie dobbiamo tornare indietro di ben 52 anni. È il 1972 e lo spagnolo Andrés Gimone compie la sua doppietta tra la terra del Roland Garros (su Patrick Proisy) e l’erba di Eastbourne. Lo stesso anno vede anche la prima volta di Ilie Nastase agli Us Open (vittoria contro Arthur Ashe), a cui fa seguito il successo di Seattle. Passano due anni e Jimmy Connors conquista il suo primo Slam agli Australian Open, prima di ripetersi in patria, al Raonoke Open. Poi per 19 anni più niente. Boris Becker, John McEnroe, Ivan Lendl, Bjorn Borg, Stefan Edberg, Andrè Agassi, Pete Sampras. Nessuno di loro riesce a centrare il successo subito dopo il primo trionfo Slam. Tocca allora allo spagnolo Sergi Bruguera nel 1993 superare prima Jim Courier al Roland Garros e poi Karel Nováček nel torneo di Gstaad. L’ultimo della lista, prima degli anni 2000, è l’austriaco Thomas Muster nel 1995. Anche lui spezza il suo incantesimo al Roland Garros contro Michael Chang, per poi alzare le braccia al cielo a St. Polten.

Sono tanti i nomi che non sono riusciti in questa piccola impresa. Alcuni sono già stati elencati poco sopra, ma a questi vanno aggiunti quelli più importanti: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Com’è è andato il loro post “primo Slam”? Quello ad essere arrivato più vicino a questa speciale doppietta è stato lo svizzero, che nel 2003 vince Wimbledon ma perde la finale nel torneo di casa di Gstaad contro il ceco Jiri Novak. Lo spagnolo e il serbo invece non ci si sono nemmeno avvicinati. Nadal dopo la vittoria al Roland Garros nel 2005 esce immediatamente al primo turno ad Halle, mentre Nole alza l’Australian Open 2008 per poi spingersi solo fino al secondo turno a Marsiglia.

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