di Pietro Francesco Maria De Sarlo

A quanto pare, per “yo soy Giorgia”, Vincenzo De Luca è uno sfaticato perché del ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020 ha speso il 24% e quindi farebbe meglio a lavorare invece di manifestare contro l’autonomia differenziata. Niente da dire caro Vincenzo: colpito e affondato!

Però, a ben riflettere, più che un colpo da maestro, anzi da maestrina, del Presidente del Consiglio mi pare un clamoroso autogol di tutto il centrodestra che amministra ben sei delle otto regioni meridionali. Infatti dal sito governativo Open – coesione, alla data del 18 febbraio 2024 si rileva che:

– nelle due regioni amministrate dal centro sinistra (Campania e Puglia) i progetti realizzati del ciclo 2014-2020 sono in entrambi i casi del 6%. Quelli liquidati, ossia con un avanzamento finanziario della spesa superiore al 95% ma non ancora conclusi, sono rispettivamente il 19% e il 22%.

– nelle altre sei regioni meridionali amministrate dal centro destra, per quanto attiene i progetti conclusi, si va dal minimo del 3% di Molise, Sicilia e Abruzzo a un massimo del 5% per la Sardegna.

Basilicata e Calabria sono al 4%. Riguardo i progetti liquidati il minimo si registra in Sicilia con il 16% e il massimo in Abruzzo con il 41%.

Detto ciò, se De Luca è uno scansafatiche, lo sono anche i destrorsi Bardi, Occhiuto, Marsilio, Solinas, Schifani e Roberti. Quindi come prima cosa occorre cacciare questi fannulloni che amministrano le regioni meridionali, a partire dai magnifici sei che lo fanno per nome e per conto del centro destra a trazione nordista e che ringraziano commossi la premier per la considerazione che ha anche di loro.

Battute a parte, la cosa preoccupante è che “yo soy Giorgia”, invece di guardare i numeri e chiedersi se con questi andamenti non ci sia un problema strutturale, che impedisce una veloce gestione dei fondi, fa polemicucce sterili da bar dello sport di periferia. Magari l’archeo-leghista celtico padano Calderoli l’ha convinta che il Sud ha questi trend perché, diciamolo, al Sud sono tutti terroni e che, come dicevano a Pontida sul pratone, “Ammazza un terrone e risparmi un milione”. Ma ai veteroleghisti non hanno dato retta e quindi ecco la soluzione: l’autonomia differenziata. Questa, sempre secondo “yo soy Giorgia” in versione alter ego Calderoli, serve per premiare chi meglio amministra e quindi scatenare una competizione positiva tra le regioni. Però in qualsiasi competizione leale tutti devono partire in condizioni di parità. Avete mai visto una gara dei cento metri con metà degli atleti che partono a dieci metri dal traguardo e il resto dai blocchi?

Ora come possa competere la Campania, con una spesa pubblica di circa 13.000 euro anno pro capite, con la Provincia Autonoma di Bolzano, dove la spesa pubblica è di 29.000 euro circa pro-capite (fonte CPT), qualcuno dovrebbe spiegarcelo! Come può la Basilicata offrire servizi sanitari simili a quelli della Lombardia data la scarsa densità demografica e la impossibilità di fare economie di scala e di scopo?

Potrei andare avanti evidenziando il gap infrastrutturale, della spesa corrente per le politiche sociali e via dicendo che, per rimanere all’esempio della gara dei 100 metri, fanno sì che la gara parta mentre il Sud è ancora negli spogliatoi e le regioni del Nord sono già arrivate. Altro che competizione leale: qualcuno consapevolmente bara! Ma il vero guaio del Sud è che manca da sempre di una classe dirigente politica e non, al contrario di quella del Nord, che sappia difendere gli interessi e le peculiarità dei territori che rappresenta e che invece di ribellarsi a questo scempio si trasforma nei ventriloqui di Calderoli, dimenticando l’humus culturale da cui nasce questa riforma.

Cara “yo soy Giorgia”, la sommatoria di modeste classi dirigenti locali, del Nord e del Sud, non fa una classe dirigente nazionale in grado di affrontare i problemi del Paese in modo complessivo e inseguendo questa riforma per motivi di bottega anche lei si rivela miope e inadeguata.

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