Uno stage per collaborare all’organizzazione della partecipazione dell’Italia alla prossima Expo che si terrà nel 2025 a Osaka, in Giappone. Potrebbe essere l’opportunità dei sogni per molti studenti. Ma per chi partecipa a questo tirocinio curricolare non è previsto alcun rimborso spese. Nemmeno un euro. Otto in tutto i tirocini offerti, da svolgersi in presenza full time per una durata di 3 mesi prorogabili per un ulteriore mese, previsti in presso la sede del Commissariato generale di sezione di Roma, annunciati lo scorso 13 febbraio con la pubblicazione dell’avviso pubblico sul sito della Fondazione Crui, organismo nato dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane per fornire servizi al sistema universitario.

“I tirocini in oggetto rappresentano un’occasione unica per partecipare attivamente all’organizzazione di eventi e attività del Padiglione Italia della prossima Expo e si svolgeranno in due cicli: 4 tirocini tra aprile e luglio 2024 e gli altri 4 tra luglio e ottobre 2024”, si legge nel bando, dedicato agli studenti iscritti a corsi di laurea triennale e magistrale di varie classi di laurea. E’ previsto un processo di selezione basato sull’esame del curriculum studiorum e della lettera di presentazione dei candidati, ai quali verrà assegnato un punteggio in base a criteri come l’età, la media degli esami, i Cfu acquisiti e un punteggio extra per chi presenterà una conoscenza certificata della lingua giapponese.

Come anticipato, per questa opportunità di tirocinio non è previsto rimborso spese: “Il Programma non prevede alcun rimborso spese a carico del Commissariato Generale Expo 2025 né delle Università”, si legge nel bando, e al candidato viene inoltre richiesto di sottoscrivere espressamente una dichiarazione liberatoria che sollevi il Commissariato Generale da qualsiasi eventuale pretesa: “Il tirocinio curricolare svolto presso le sedi del Commissariato generale di Sezione per la partecipazione italiana a Expo 2025 Osaka non può in alcun modo ed a nessun effetto configurarsi come rapporto di lavoro, né può dar luogo ad aspettative di futuri rapporti lavorativi. Non sono, inoltre, configurabili pretese del tirocinante in ordine ai contenuti, alle modalità ed ai risultati del tirocinio o in ordine alle spese e agli eventuali inconvenienti che esso potrebbe comportare a carico del tirocinante”. Tra le clausole, inoltre, un limite alle eventuali assenze: “Il tirocinante può assentarsi per non più di 6 giorni lavorativi a trimestre, in accordo con il tutor”.

Per carità, nulla di illegale o irregolare, tutto a rigor di normativa: le legge prevede infatti che per i tirocini curricolari possa non essere prevista alcuna forma di rimborso spese e il Commissariato Generale Expo 2025 non è certo la prima istituzione a proporre queste condizioni. Anzi, proprio pochi mesi fa fu la Camera dei Deputati a bandire posti per tirocini curricolari senza alcun rimborso spese, come da regolare convenzione siglata con la Crui. Rimane però la questione di opportunità, perché chiaramente a poter accedere a questa esperienza saranno solo gli studenti che potranno contare sull’appoggio economico della propria famiglia di origine. Non un esempio di equità, anche considerato che stiamo parlando di una manifestazione finanziata con oltre 40 milioni di fondi pubblici.

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