D come destra”: è il titolo della mozione con cui Marco Nonno si candida a diventare segretario cittadino di Fratelli d’Italia a Napoli, e allo stesso tempo un promemoria per Giorgia Meloni affinché non dimentichi le origini del suo partito. Lo scorso 25 aprile, la premier ha dichiarato la “sua” destra “incompatibile con qualsiasi nostalgia del fascismo: sul web, però, circolano ancora video e foto di Nonno tra saluti romani, croci celtiche e così via. Nel 2022, ad esempio, è stato fotografato a Milano al ristorante “Oscar” in vivace convivialità tra immagini di Mussolini e targhe nostalgiche. Due anni prima, quando era candidato alle regionali, il Pd campano aveva diffuso una sua foto con una croce celtica al collo: “Fascisti in lista. Meloni, è normale?”, denunciavano i dem. “Il ras dei voti”, come lo chiamano i giornali, è stato comunque eletto, ma a farlo decadere ci ha pensato la legge Severino nel 2023: l’aspirante segretario infatti è stato condannato in via definitiva a due anni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale aggravata. I fatti risalgono al 2007, durante gli scontri per la riapertura della discarica di Pianura.

Nel partito romano quindi l’imbarazzo è evidente. Tanto che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ancora non ha confermato la sua presenza al congresso, previsto per sabato e domenica. “Nonno è un outsider, Giorgia non è direttamente coinvolta”, dice al fattoquotidiano.it un esponente di primo piano di FdI. Ma che l’ex consigliere non sia così isolato lo certifica il ticket con cui si presenta: per la scalata al partito, infatti, è accorso in suo sostegno Luigi Rispoli, ex presidente della provincia e membro della Direzione nazionale. L’abbinamento è anche iconografico: Rispoli è stato fotografato nel 2021 insieme ad altri militanti con il braccio teso nel saluto romano durante la celebrazione dell’anniversario del Movimento sociale italiano. A Fanpage aveva spiegato che per loro quel gesto era “un nostro segno distintivo di comunità. Siamo accomunati dalla nostalgia personale, non da quella politica”, diceva.

Sarà proprio Rispoli a illustrare la mozione per Nonno segretario. E se non bastassero i simboli nostalgici, anche il testo rischia di essere un problema per Meloni. Le accuse alla dirigenza, infatti, sono nettissime: “Il partito del premier non può limitarsi a “farsi vivo” solo in tempi di elezioni, ad aprire solo in quelle occasioni ed artificiosamente circoli che puntualmente vengono chiusi subito dopo, a mobilitare aderenti e simpatizzanti, a coinvolgere le persone solo per la partecipazione ad incontri e manifestazioni”, si legge. “Abbiamo anche la necessità di ricucire un rapporto con alcune sacche dei ceti popolari e del disagio sociale che storicamente sono stati in questa città sempre rappresentati dalla Destra, facilitati forse anche dall’essere stati per il passato quasi sempre forza di opposizione, e che oggi sembra interrotto a causa di alcune scelte del governo Meloni”, prosegue il testo. Che fa un riferimento preciso: “La vicenda del reddito di cittadinanza, indubbiamente, ha reso difficile il dialogo con questi ambienti”. I firmatari non condannano l’abolizione, ma chiedono, “nel medio e nel lungo termine”, di “fare qualcosa di più per i lavoratori occupabili”. Per correre, il duo ha raccolto otto firme qualificate (cioè provenienti da chi ha incarichi di partito) e 250 sostenitori. Rispoli e Nonno promettono di schierare “personalità idonee da impegnare per superare il dilettantismo, la superficialità e l’improvvisazione che ha caratterizzato la nostra formazione politica qui a Napoli”.

L’altro candidato al congresso è Diego Militerni, definito all’interno del partito “un nome dell’establishment”: vice del coordinatore regionale Antonio Iannone, è un figlio della Napoli bene e promette continuità, anche se finora non ha dato prova di grandi performance elettorali. Candidato alle ultime elezioni comunali, ha ottenuto 1.013 voti, che non sono bastati a farlo eleggere. Il suo nome però è molto sostenuto dai big del partito locali. La partita è aperta, e per sabato sono attesi gli esponenti nazionali a vigilare sui lavori. Sei di questi – tra cui Raffaele Speranzon, Luca Sbardella e Andrea De Priamo – verranno da fuori dalla Campania, per assicurare la terzietà. Dopo gli appuntamenti provinciali, quello del capoluogo sarà l’ultimo congresso della regione. Intervistato in occasione del lancio delle candidature Nonno avvertiva: “Ho fatto un buon tesseramento”. Indipendentemente da chi vinca, il suo nome non si può cancellare.

Articolo aggiornato dalla redazione web il 17/2/2024 alle 19.55

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