C’è anche la Edil Green srl tra le 18 imprese appena raggiunte da un’interdittiva antimafia della Prefettura di Napoli. È una delle ditte riconducibili all’imprenditore edile Salvatore Langellotto, il pregiudicato di camorra noto per la surreale benedizione religiosa dei suoi camion sulla piazza della chiesa di Sant’Agnello (Napoli): una storia raccontata in esclusiva dal fattoquotidiano.it e poi ripresa dalla trasmissione Mediaset Le Iene. Da qualche giorno Langellotto è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per due diverse vicende: l’aggressione all’ambientalista del Wwf Claudio d’Esposito e lo stalking ai danni del cronista del Fatto Vincenzo Iurillo.

La Edil Green è la ditta che avrebbe dovuto realizzare circa trecento box nell’ex agrumeto di Vico III Rota a Sorrento, stoppati dalle denunce di Claudio d’Esposito: questo il movente del pestaggio dell’attivista, avvenuto il 26 marzo scorso. Langellotto, secondo la ricostruzione dei pm, lo ha picchiato fino a mandarlo all’ospedale, dopo avergli teso un agguato nel cortile dove stava effettuando piccoli lavori di giardinaggio. Una ritorsione dettata dal rancore per la speculazione non andata a buon fine. Il movente è ben evidenziato nell’ordinanza di arresto firmata dal Gip di Torre Annunziata Riccardo Sena, al termine di indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo locale e coordinate dal pm Antonio Barba e dal procuratore Nunzio Fragliasso. Delle 18 interdittive antimafia emesse dalla prefettura, 14 riguardano imprese con sede legale in costiera sorrentina, tra Sant’Agnello e Piano di Sorrento. E molte di queste colpiscono ditte amministrate direttamente da Langellotto o a lui riconducibili attraverso familiari o soci storici: tra le altre la Ro.Sa srl (Sant’Agnello), la Nizza srl (Piano di Sorrento), la Costruzioni Sant’Agnello srl (Sant’Agnello), la Langellotto Costruzioni sas di Langellotto Salvatore & C (Sant’Agnello), la Langellotto Calcestruzzi srl (Sant’Agnello), la Langellotto Fi.ra Costruzioni.

L’imprenditore è finito nella bufera dopo il servizio delle Iene dedicato al suo caso, andato in onda la notte del 16 gennaio. Langellotto si lasciò andare ad allusioni intimidatorie verso Iurillo, riprese nel video che collegava l’aggressione a d’Esposito alla vicenda dei camion benedetti. Dopo aver visto la puntata, la Sma Campania, soggetto attuatore dei lavori dell’emergenza post alluvione a Ischia, chiese e ottenne dalla Gf Service srl il suo licenziamento dai cantieri per la rimozione e lo smaltimento dei detriti e il trasporto su terraferma: l’imprenditore, infatti, risultava dipendente con compiti di addetto alla logistica e lavorava sull’isola verde da mesi. “Ragioni di inopportunità“, scrisse il presidente della Sma Tommaso Sodano nel comunicato che dava notizia del licenziamento. Pochi giorni dopo, il primo arresto di Langellotto. Il 12 febbraio, il secondo. Ora la scure della Prefettura di Napoli.

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