Ilaria Salis chiederà gli arresti domiciliari a Budapest. È la nuova strategia processuale annunciata dal padre Roberto per la donna arrestata un anno fa in Ungheria con l’accusa di aver preso parte all’aggressione di due militanti di estrema destra. “Ilaria ha cambiato idea – ha spiegato – visto che da più parti è arrivata questa richiesta di fare istanza per i domiciliari in Ungheria. Adesso dobbiamo trovare una casa a Budapest e poi – spiega Roberto Salis – presenteremo la richiesta”. Finora Ilaria si era opposta, ha spiegato il padre, anche perché in Ungheria i periodi agli arresti domiciliari valgono un quinto sul calcolo della pena da scontare dopo l’eventuale condanna; in pratica cinque giorni ai domiciliari contano come un giorno in carcere.

Cambia anche la strategia ungherese nella gestione del caso, che si sposta sui video degli scontri contro i neonazisti che proverebbero il coinvolgimento di Ilaria Salis. Immagini alle quali l’ambasciatore ungherese a Roma, Adam Kovacs, fa riferimento per accusare i media italiani di “distorsioni” sul caso della donna in carcere a Budapest. Anche Roberto Salis ha parlato delle immagini: “Le hanno finalmente permesso di vedere i video che rappresenterebbero l’accusa, un hard disk da 10 terabyte che vanno visti tutti perché non si sa l’accusa a quale spezzone voglia far riferimento. Fino ad ora li aveva ma non le era stato concesso di visionarli, giusto per inquadrare lo scenario nel quale si svolge questo processo. L’ipotesi terrorismo non c’è mai stata – ha precisato Salis parlando delle accuse mosse a Ilaria dagli inquirenti di Budapest – mia figlia è accusata di appartenenza ad un’organizzazione criminale. Negli atti del processo ci sono 800 pagine di un processo in Germania su un’organizzazione, nel quale non compare mai il nome di mia figlia, perciò non si capisce perché mia figlia sia stata coinvolta”.

Indirettamente arriva la replica dell’ambasciatore: “Senza entrare nel merito del caso giudiziario che sarà deciso dalla magistratura ungherese nella sua piena indipendenza, si è parlato poco e male in merito ai fatti accaduti e alla condotta di Ilaria Salis. Secondo le prove raccolte dalle autorità investigative ungheresi, il quadro di quanto è accaduto nei giorni del febbraio di un anno fa sembra chiaro” e “dai video in possesso dell’autorità giudiziaria emergono condotte assolutamente illecite”. L’ambasciata ungherese a Roma critica quindi il racconto della vicenda sui media italiani. Roberto Salis definisce inaccettabili queste critiche: “Mi aspetto che le istituzioni italiane ribadiscano al governo ungherese – ha detto – che nel nostro paese la stampa è libera e non sono gradite ingerenze straniere sul lavoro dei giornalisti italiani”.

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