Prima visita a Roma dall’elezione per Javier Milei. L’ultra-liberista presidente dell’Argentina è arrivato sabato nella Capitale e vi resterà fino a lunedì: l’occasione formale è la canonizzazione di María Antonia de San Giuseppe de Paz y Figueroa, meglio nota come “Mama Antula“, prima santa di nazionalità argentina. Domenica matttina Milei ha partecipato al rito a San Pietro e ha salutato il suo connazionale papa Francesco, che al termine della funzione si è avvicinato a lui sulla sedia a rotelle: tra i due c’è stata una calorosa stretta di mano, un abbraccio e lo scambio di qualche battuta. Lunedì alle 9 Bergoglio lo riceverà in udienza ufficiale in Vaticano, per quello che viene interpretato come un incontro di riconciliazione: in campagna elettorale, infatti, Milei lo ha attaccato più volte definendolo “gesuita che promuove il comunismo”, “rappresentante del male nella casa di Dio”, e “persona nefasta”. Incidenti diplomatici che sembrano superati: il pontefice “è un uomo capace di perdonare e riconosce l’importanza delle relazioni istituzionali”, ha detto nei giorni scorsi il vescovo di Buenos Aires, Jorge Iñacio Garcia Cuerva.

Milei rinnoverà l‘invito in Argentina a Bergoglio, che ha ribadito di voler tornare in visita a Buenos Aires, la città di cui è stato vescovo e dove manca dal 2013, quando è stato eletto al soglio pontificio. I due capi di Stato dovrebbero parlare anche di temi sociali e di difesa della vita, in particolare dell’aborto, dopo che nei giorni scorsi il partito del presidente, Libertad avanza, che ha presentato una legge che mira a vietare l’interruzione di gravidanza. Sempre lunedì sono in programma gli incontri con il capo dello Stato Sergio Mattarella e con la premier Giorgia Meloni, che, come ha rivendicato lei stessa, “è stata la prima leader europea a chiamarlo” dopo la vittoria alle elezioni di novembre. “Una personalità affascinante“, lo ha definito Meloni, ricordando che “Roma e Buenos Aires condividono profondi legami storici e culturali” e “valori comuni sulla politica estera nell’attuale contesto internazionale”.

L’istrionico presidente è arrivato sabato a Fiumicino da Israele con la sua delegazione, di cui fa anche parte la sorella Karina, segretaria generale della presidenza. A ospitare tutti, per evitare sprechi di denaro pubblico, avrebbe dovuto essere l’ambasciata argentina, una residenza storica di tre piani con vista su Santa Maria Maggiore, dove 75 anni fa dormì Evita Perón. Ma all’atto pratico – racconta il quotidiano La Nación – gli alloggi istituzionali “non sono piaciuti” a Milei, che ha optato assieme alla sorella per l’hotel Intercontinental Ambasciatori di via Veneto. Gli altri ministri e imprenditori memmbri della delegazione si sono sistemati al Double Tree by Hilton, accanto all’ambasciata. Sabato sera il presidente e sua sorella hanno visitato il Colosseo e poi il Mosé di Michelangelo nella basilica di San Pietro in Vincoli.

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