Io non ho la tv, posso guardarla solo quando vado da mia mamma che vive a Montignoso, in questi giorni ero giù in Toscana per festeggiare i 103 anni di mia zia Marcellina, ho una zia che
ha la stessa età del Partito Comunista italiano! Ci pensate? E gli anni se li porta molto meglio dei comunisti, questo va detto! Non sono mai stato comunista, sono un liberale di sinistra, considero Marx un genio assoluto, ma non Karl, mi riferisco al grande Groucho, quello che ha detto “sei vecchio quando le candeline costano più della torta”.

Comunque, dopo avere festeggiato mia zia a Firenze sono andato a Montignoso con mamma e mio fratello e la sera ho visto insieme a mamma la prima puntata di Sanremo, mio fratello invece si è chiuso in cucina a rifinire il suo ultimo libro su Mirko Gualerzi, pittore e scultore dimenticato ma imprescindibile. Che cosa dire del Sanremo di Amadeus? Può piacere e non piacere. come tutte
le cose del resto, vi spiego perché alla fine dei conti lo ritengo un ottimo Sanremo.

Si tratta di un grande contenitore scintillante, Amadeus è un uomo giocoso, ma non è superficiale, si vede proprio che si diverte come un matto a fare il suo lavoro, ma è allo stesso tempo consapevole che siamo tutti “ombre che seppelliscono ombre”, siamo mortali (per fortuna, pensate che scocciatura sarebbe vivere per sempre ed essere costretti a vedere Sanremo in eterno), la morte è consustanziale alla vita, c’è una reciprocità congenita e letale. Nel Sanremo di Amadeus ci sono i morti, nella prima puntata è stato ricordato Toto Cutugno e Giovanni Battista Cutolo (il musicista ucciso a Napoli per uno scooter parcheggiato male), quindi non è solo un carrozzone di canzoni più o meno riuscite, è un Sanremo oserei dire filosofico, etico, ambientalista e antifascista soprattutto.

Ovviamente per sua natura si tratta di un evento nazional popolare e quindi si passa dalla morte alla pubblicità di Poltrone e sofà, artigiani della qualità, ma bisogna dire che è stata inserita in modo intelligente, ci siamo trovati tra il pubblico un bel divano e sopra i nostri artigiani e la cosa che più mi ha colpito è stata questa: non è stata mai nominata l’azienda, è bastato vedere il divano con i due artigiani dello spot e nella nostra mente di spettatori televisivi sono apparse magicamente le parole Poltrone e sofà, quando si dice che uno spot è ben riuscito.

Certo, nel corso di una kermesse sonora che dura così tante ore e si spalma su ben cinque giorni sono possibili delle cadute di stile, ma anche quelle ci stanno, fanno parte del gioco. Per esempio
costringere John Travolta a ballare il ballo del qua qua non è stata poi un’idea così geniale, abbastanza imbarazzante invece, fai ballare il “qua qua” a Vladimir Putin e ti dirò che sei un genio, ma Travolta no, Travolta è stato travolto da questa performance insignificante, dove si sono divertiti di più i due amiconi Fiorello e Amadeus, ma non il pubblico, almeno io non mi sono divertito per niente e mi sono quasi vergognato per il mio idolo dell’adolescenza, quel Travolta che preferisco di gran lunga a Thomas Mann, quel Travolta che ci ha regalato interpretazioni “travolgenti” in film come La febbre del sabato sera, Grease e Pulp Fiction. Voi direte, che c’entra Travolta con Thomas Mann? Niente, ma si fa così per dire.

Invece c’entra molto Russell Crowe con mio zio! Il grande attore neozelandese è anche un cantante e ha dichiarato che la sua canzone italiana preferita è Sarà perché ti amo. Questo pezzo fu composto agli inizi degli anni Ottanta da mio zio, in una camera d’albergo di Monaco di Baviera, strimpellando una chitarra davanti alla televisione per passare il tempo, dato che sarebbe dovuto uscire a cena ma per un fraintendimento alla reception le persone che dovevano passare a prenderlo se ne andarono, pensando che Dario
fosse già uscito. Sarà perché ti amo è nata in pratica da un malinteso, un disco che ha venduto otto milioni di copie! Un malinteso milionario! Grazie zio! Grazie tipo della reception che ti sei sbagliato, anche tu sei l’anonimo coautore di questo successo immortale che ancora tutti cantano dopo più di 40 anni.

Zio, a volte ti chiamo dio per sbaglio, non voglio essere blasfemo, ma tu non sai che felicità provo a essere tuo nipote, una felicità che profuma di eredità! Ma sia chiaro, ti auguro lunga vita! Noi Farina siamo persone molto generose, non solo fra di noi, anche con gli altri, scrivete alla Redazione del Fatto se volete conoscermi, vi offrirò una cena, lo farò grazie a mio papà, mia mamma, ma anche grazie a Dario Farina che ha composto anche altri successi come Mamma Maria, Felicità, Ci sarà, Se mi innamoro, Come vorrei e tante altre.

Dario ha vinto due volte Sanremo nella sua carriera, in una edizione oltre che arrivare primo arrivò anche terzo con Chiamalo amore della Cinquetti. Uno dei compositori di maggiore successo della
musica italiana (ma sono pezzi che vanno molto forte anche all’estero). E ora, ciliegina sulla torta: anche il gladiatore (Russell Crowe) ama Sarà perché ti amo! Sono proprio un nipote fortunato, potrei invitare a cena anche Russell, ormai lo considero un amico, deve essere un tipo divertente con il quale “scatenare l’inferno”!

Che dire? Mi si prospetta una vecchiaia serena, senza avere quasi mai lavorato in vita mia, non so nemmeno che cosa sia il sistema pensionistico, non mi interessa, la mia pensione si chiama Felicità, si chiama Sarà perché ti amo! Purtroppo sono pezzi che conosce anche Vladimir Putin, il dittatore che detesto di più al mondo e mi rode questa cosa, non immaginate quanto! Ma la vita è così, la vita crea associazioni strane e impensabili, lo sapevate che lo zio di Christian De Sica ha dato un’accettata in testa a Lev Trockij? La Rivoluzione d’Ottobre è in qualche modo collegata, secondo la famosa teoria dei sei gradi di separazione, a Vacanze di Natale dei Vanzina, non è meraviglioso tutto questo? Sì, lo è.

Ora sono tornato a Milano e sono senza tv, ma Russell Crowe ha poi cantato a Sanremo la canzone di mio zio? In ogni caso è la sua preferita, grazie gladiatore, ti voglio bene!

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Sanremo 2024, Guendalina Tavassi scrive a John Travolta dopo il ballo del qua qua: la proposta inaspettata e la chat con l’attore

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