È iniziato al Consiglio superiore della magistratura il processo disciplinare a Cuno Tarfusser, il sostituto procuratore generale di Milano che ha chiesto la revisione delle condanne per la strage di Erba. L’accusa è di aver mancato ai “doveri di imparzialità e correttezza” per aver depositato di propria iniziativa la richiesta, “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio” che assegna questa facoltà soltanto al pg presso la Corte d’Appello o al suo vice, l’avvocato generale. Tarfusser, invece – ricorda il capo d’incolpazione – agì in autonomia il 31 marzo 2023, dopo aver tenuto, senza alcuna delega, lunghi “contatti con i difensori” di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva, e aver ricevuto da loro “documenti asseritamente integranti nuovi e decisivi elementi di prova”.

Il procedimento nei confronti del magistrato altoatesino – già giudice della Corte penale internazionale – era stato aperto dopo la segnalazione della procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni (la quale aveva comunque trasmesso la richiesta di revisione al giudice competente, la Corte d’Appello di Brescia, accompagnata però da parere negativo). Nella prima udienza, su richiesta dell’accusa (rappresentata dal sostituto pg della Cassazione Simone Perelli) la sezione disciplinare del Csm ha deciso di convocare come testimone la stessa Nanni, per avere chiarimenti sulle interlocuzioni avvenute tra i due. Tarfusser, presente in aula, si è opposto attraverso il suo difensore (l’avvocato Emanuele Principi) sostenendo che la deposizione non fosse necessaria e chiedendo di arrivare subito alla decisione. Il verdetto arriverà invece probabilmente alla prossima udienza, fissata al 27 febbraio, quando la procuratrice generale verrà esaminata da accusa e difesa. La relatrice della causa è Rosanna Natoli, avvocato e componente laico del Csm eletta in quota Fratelli d’Italia.

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