Il Parlamento europeo vota una risoluzione contro le ingerenze russe all’interno delle istituzioni di Bruxelles e la Lega esce dall’aula. È quanto successo nella Plenaria quando, con 433 voti favorevoli, 56 contrari e 18 astenuti, gli eurodeputati hanno approvato un testo nel quale si dicono “profondamente preoccupati” per i presunti legami tra singoli deputati e partiti politici europei con la Russia, esprimendo “indignazione e grave preoccupazione” per i continui sforzi di Mosca di minare la democrazia europea. Una risoluzione che, però, citava alcuni esempi di come la Federazione riuscisse ad “aggirare” le sanzioni inviando soldi ai loro alleati, “come nel caso del Front National nel 2016″ o “come le accuse nei confronti di Lega per Salvini premier“.

Un passaggio che ha scatenato la reazione del Carroccio che, così, ha deciso di non partecipare al voto. “La proposta giustificata negli scopi dalle recenti rivelazioni e inquietanti accuse circa la presenza di spie del Cremlino tra le file dei Verdi – comunica la Lega riferendosi al caso dell’eurodeputata Tatjana Ždanoka – è stata ancora una volta oggetto di vergognosa strumentalizzazione da parte della sinistra che ha inserito nel testo fake news e allusioni contro la Lega, non solo mai dimostrate dai fatti ma persino smentite dalla magistratura italiana”. Da lì l’annuncio della mancata partecipazione al voto: “Tutto questo è inaccettabile. Per questo la Lega voterà responsabilmente i singoli emendamenti del provvedimento ma non parteciperà al voto finale. Non contenti di aver strumentalizzato su un tema così serio le istituzioni europee e persino la commissione speciale sulle ingerenze al solo fine di attaccare la Lega, inseguendo inesistenti fantasmi mentre c’era chi vicino al Parlamento nascondeva sacchi di banconote del Qatar, ecco l’ennesima dimostrazione della malafede di questa maggioranza priva di argomenti, capace solo di gettare fango sugli avversari”.

Nella risoluzione non vincolante, spiega il Parlamento, si evidenzia che Mosca sta reclutando alcuni deputati come “agenti di influenza“, con l’obiettivo di dividere i cittadini europei. Si sottolinea anche come abbia creato un rapporto di dipendenza con alcuni partiti politici europei, anche tramite l’erogazione di finanziamenti. Partiti che agiscono quindi come amplificatori della propaganda russa e che servono gli interessi di Mosca. Si segnalano anche altri casi di deputati che servono consapevolmente gli interessi della Russia, anche attraverso false missioni di osservazione elettorale nei territori occupati da Mosca. Facendo riferimento alle costanti rivelazioni che riguardano tutta l’Europa e in circolazione da molti anni, i deputati sottolineano come la Russia abbia trovato il modo, in violazione delle norme nazionali, di fornire finanziamenti significativi a partiti politici, funzionari e movimenti in diversi Paesi Ue, per interferire e ottenere influenza nei loro processi democratici.

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