“Alleanza con i 5 Stelle? Le persone che sono spaventate dalle decisioni di questo governo e che le pagano sulla loro pelle ci chiedono di costruire un’alternativa, altrimenti non saremo credibili. Non dobbiamo sposarci col M5s e lo dico come Bersani: non siamo mica qui a usare le stringhe delle scarpe come filo interdentale. Bisogna fare un’alleanza, tutto qua“. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, ospite di Dimartedì insieme a Pier Luigi Bersani, ribadisce la sua disponibilità a un’alleanza con Giuseppe Conte e coi 5 Stelle.

Schlein esclude che all’interno del Pd ci siano esponenti contrari a un accordo col M5s e spiega: “Noi sappiamo di dover costruire un’alleanza perché non abbiamo la presunzione di bastarci. Nessuna delle forze politiche all’opposizione può pensare di arrivare da sola al 50% e di aspettare di arrivare a quelle percentuali per costruire l’alternativa che ci chiedono i nostri elettori quando li incontriamo per strada. Io spero di non essere l’unica tra i leader che sentono questa responsabilità“.

E aggiunge: “Basta partire dalle cose concrete. Certo che abbiamo delle differenze, altrimenti staremmo tutti nello stesso partito. Siamo d’accordo sulla difesa della sanità pubblica, sul salario minimo, sul mettere in campo un piano serio per creare infrastrutture di energie rinnovabili in un paese che ha in questo senso un potenziale enorme – continua – Siamo d’accordo su alcune questioni fondamentali? Sul resto discutiamo, troveremo un compromesso, perché alla fine la politica è l’arte di trovare il compromesso tra le diversità. Non è che dobbiamo aspettare di essere tutti uguali“.

Dello stesso avviso è anche Bersani: “Noi abbiamo già fatto un governo col M5s e a me non dispiaceva affatto. Un governo che ha affrontato bene e seriamente a più grande crisi sanitaria della storia della Repubblica, che ha portato a casa i soldi del Pnrr e che era piaciuto a molti italiani. Ora, le coalizioni si sono sempre fatte allo stesso modo, che fossero di destra, di sinistra o di centro”.
E dà la sua ricetta: “Primo: bisogna volere l’alleanza. Secondo: partire da quello che unisce. Terzo: mettersi di buzzo buono, giorno e notte, per una settimana per rendere compatibile quel che differenzia, perché ovviamente non si è uguali. Temo però che manchi ancora il primo punto: volerlo“.

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