Non conosco Fabio Lagiannella, libraio e titolare di alcune librerie in Piemonte e non solo. Una roccaforte – 10 punti vendita, 60 dipendenti – contro l’impero di Amazon, che avanza ogni giorno di più. Lo conosco indirettamente: lo conosco perché mi trovo bene in un suo punto vendita (la Mondadori Bookstore di Vercelli, città in cui vivo) e perché conosco una sua dipendente, che lavora alla Mondadori Bookstore di Arona e che, in passato, mi ha detto due cose di Fabio Lagiannella: che i libri li ama per davvero, e che si trova benissimo a lavorare con lui. “Non è solo un bravo libraio: è una persona speciale”, ha aggiunto.

Distrattamente, a metà gennaio leggo un comunicato che recita: “È Fabio Lagiannella il libraio dell’anno. Il libraio titolare delle librerie Lazzarelli e La Talpa di Novara (e Arona, Vercelli, Genova, Somma Lombardo, il chiosco di libri a Genova eccetera) riceverà il Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri giunto alla diciottesima edizione”. “Lagiannella vince l’oscar dei librai” titola qualche giornale. La consegna del riconoscimento ha avuto luogo il 26 gennaio nella storica Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

In genere le premiazioni sono noiose da raccontare. Applausi, frasi di rito. A volte, però, succede qualcosa di insolito. Da raccontare. Quando viene premiato, Fabio Lagianella dice: “C’è una cosa che vorrei raccontarvi adesso: è di quando ho incontrato fisicamente l’essenza di un libraio, incarnata da uno dei primi librai con cui mi sono trovato a lavorare. Si chiamava Marco Lazzarelli, è mancato lo scorso settembre, aveva 69 anni, era andato in pensione…”. Poi, quello che dice Fabio Lagiannella sulla libreria Lazzarelli (dove iniziò appunto il suo percorso insieme a Marco Lazzarelli) è pura poesia.

“È sotto i portici del teatro Coccia, a Novara. È una libreria di librai e di bancarelle… Tutti i giorni quei banchi vengono svuotati la sera, alla chiusura. Tutti i giorni sempre gli stessi gesti, ma sempre nuovi… Marco ha fatto questa cosa per cinquant’anni, tutti i giorni, magari a sorridere al ciclista che, passando, gli diceva: Lazzarelli cosa fai, oggi? Sposti libri? Stava lì sotto i portici, gli occhialoni neri, il sorriso dolce e malinconico, ad accogliere i clienti. Il libraio è per natura un po’ malinconico, come tutti i libri belli del resto”.

“Avreste dovuto vederlo – ha detto ancora Lagiannella -, le scarpe pesanti, la calzamaglia, i pantaloni di velluto, la sciarpa e poi i guanti, messi e tolti mille volte per spostare libri, fare pacchetti, leggere una pagina al volo, stringere mani. Voglio dedicare questo premio a Marco Lazzarelli – ha detto infine Fabio Lagiannella – perché credo che la poesia più grande non sia fare il librario, ma esserlo”.

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