Si trova in carcere e dovrà rispondere dell’accusa di terrorismo il 22enne fermato dai Carabinieri perché sospettato di essere l’autore dell’attacco con due bottiglie molotov al consolato americano di Firenze. Il giovane, nato in Italia da una famiglia di origine giordana, si trova in stato di fermo perché, secondo la Procura, “è stato ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immediato riparo”.

Il decreto di fermo è stato disposto dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto Lorenzo Gestri della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, con il coordinamento del procuratore capo Filippo Spezia che, in un comunicato, spiega che si è optato per questa decisione visto che l’azione sembra essere stata commessa “per finalità di terrorismo, palesata dall’impiego di ordigni esplosivi e da plurime rivendicazioni a organi di informazione nelle quali veniva manifestato il proposito di numerosi attentati per dissuadere lo Stato italiano dal fornire appoggio allo Stato di Israele“. Sul giovane pende anche l’aggravante di aver commesso l’azione di notte, “in circostanze idonee a impedire la pubblica e privata difesa, esponendo a pericolo la pubblica incolumità, in ragione dell’area di consumazione del fatto, sulla pubblica via, ad alta densità abitativa, con compresenza nella zona di autovetture”.

La perquisizione svolta nell’abitazione del giovane ha portato al ritrovamento dei vestiti che, secondo gli inquirenti, sono stati usati per compiere l’attacco alla struttura diplomatica. Gli stessi, dicono, ripresi dalle telecamere di sorveglianza nel luogo dell’attacco. È questo, al momento, l’elemento più significativo emerso dalle indagini, insieme alle tracce telematiche lasciate dal giovane per poter diffondere la rivendicazione con un video che inneggiava a Hamas e inviato alle redazioni del Tgr di Firenze e del sito Firenze Today, nonché alla trasmissione Report di Rai3 attraverso mail o via social con l’indicazione di un link che rimandava a un canale Telegram The whole world is Hamas.

Al momento gli inquirenti ipotizzano che il presunto attentatore abbia fatto tutto da solo, ma le indagini proseguono per accertare l’eventuale presenza di un complice, anche, ad esempio, nel confezionamento del video. Nei prossimi giorni si terrà l’udienza di convalida del fermo da parte del giudice. “Siamo a conoscenza del fatto che un sospetto è stato interrogato in relazione all’incidente avvenuto presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze. Ringraziamo le autorità italiane per la professionalità e la rapidità con cui hanno risposto e per la collaborazione con gli Stati Uniti“, si fa sapere dall’ufficio stampa dell’ambasciata Usa. L’avvocato Chiara Bandini, legale del giovane arrestato, ha detto: “Il mio assistito è stato portato in cella. Non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si è avvalso della facoltà di non rispondere“.

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