Aveva subito due commissariamenti per “inadempimenti”, ma adesso è stato “promosso” come direttore dell’ospedale Civico di Palermo. È il caso di Walter Messina, sponsorizzato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, il meloniano Alessandro Aricò. È uno dei frutti della riunione di giunta di mercoledì sera, quando dopo la crisi avviata da Fdi (ma già in fase di pacificazione), per la bocciatura della legge che avrebbe salvato due deputati meloniani, il governo di Renato Schifani ha approvato la nomina dei manager della Sanità. Nomine che hanno accontentato – o quasi – ogni partito di maggioranza.

L’uomo di Fdi – Così che per Fdi, e in particolare (ci tengono a sottolineare ufficiosamente alcuni meloniani) per l’assessore Aricò, arriva nel primo ospedale del capoluogo siciliano un manager le cui prestazioni negli ultimi anni si erano rivelate controverse, almeno stando alle delibere degli assessori alla Salute che si sono susseguiti e che hanno commissariato ben due volte l’ospedale da lui diretto. Nel 2019 Messina era stato, infatti, nominato direttore generale all’Ospedale Villa SofiaCervello di Palermo. Nello stesso periodo l’assessorato alla Regione, all’epoca guidato da Ruggero Razza (anche lui di Fdi), aveva stanziato 280 milioni per creare un distretto ospedaliero nella zona nord di Palermo, poi individuata nell’area limitrofa al Villa Sofia – Cervello e per questo in parte affidata a questo ospedale.

Il primo commissariamento – Dopo un anno però, non risulta nessun avanzamento dei lavori, per questo Razza commissaria l’ospedale: “Dal complessivo esame delle due comunicazioni recentemente trasmesse dalla Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo – si legge nella delibera di commissariamento firmata il 7 agosto del 2020 da Razza – emerge che l’Azienda Ospedaliera non ha ancora avviato, senza valide giustificazioni, le procedure di evidenza pubblica finalizzate in primo luogo all’affidamento degli ulteriori livelli di progettazione dell’opera per la realizzazione del nuovo Distretto Ospedaliero della zona nord di Palermo”. Messina viene dunque scavalcato per potere realizzare l’area.

I lavori da fare – Poco dopo l’insediamento di Renato Schifani, però, nel 29 dicembre del 2022, Messina viene nominato commissario ad acta a sua volta, sempre all’ospedale Villa Sofia-Cervello. Due anni e mezzo dopo i lavori per cui procedere sono molti di più: c’è l’adeguamento e la messa a norma del Padiglione A, un intervento di quasi 40 milioni stanziati dalla Regione, c’è da procedere all’acquisto di arredi, attrezzature e camera bianca per la terapia genica per l’ematologia del padiglione Cutino, per 3 milioni di euro, c’è da realizzare un nuovo padiglione per la diagnosi e la cura delle leucemie e per il trapianto del midollo, per un totale di 2 milioni 139 mila euro. C’è ancora da realizzare il distretto ospedaliero in zona nord, tre ospedali di cui uno affidato a Villa Sofia – Cervello, adesso per la quota di 240 milioni.

Il secondo commissariamento – Una mole di lavori, progetti e stanziamenti importante ma ecco che il 6 marzo del 2023, poco dopo la nomina di Messina a commissario, l’assessora alla Salute di Schifani, Giovanna Volo, commissaria di nuovo l’ospedale: “Considerato che ad oggi non vengono rilevati significativi progressi e che le attività di progettazione non risultano ancora avviate per alcun intervento”, si legge nella delibera firmata da Volo. Un atto al quale ha risposto l’Ospedale con delle considerazioni che non hanno prodotto tuttavia il risultato sperato: il 4 aprile successivo, dunque, Volo ha confermato il commissariamento di Messina.

La Vardera: “Conta solo essere benedetto dai partiti” – Nonostante gli inadempimenti messi nero su bianco da due diversi assessori a distanza di tre anni, però, Messina è stato adesso “promosso” come dirigente generale dell’ospedale più ambito di Palermo: il Civico. Una nomina contro la quale si è scagliato Ismaele La Vardera, deputato regionale di Sud Chiama Nord, il partito di Cateno De Luca, nel suo intervento all’Assemblea regionale mercoledì pomeriggio, e ora, a nomina compiuta commenta: “Per colpa sua sono stati persi progetti milionari, tant’è che è stato commissariato per due volte dall’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo: ma siccome questo soggetto s’è fatto benedire da FdI il governo Schifani lo sta per promuovere alla guida dell’ospedale Civico: tutto questo è schifoso. Come farà a gestire il quadruplo dei soldi al Civico? In questo modo passa un messaggio devastante: non contano i risultati, non conta se dimostri di esser bravo. Ciò che conta è esser benedetto dai partiti”.

A Messina l’ex manager di Tivoli – Non va molto meglio a Messina (la città), dove alla guida del Policlinico arriva il gelese Giorgio Santonocito, già manager in Sicilia, dove era andato a processo per abuso d’ufficio, salvo poi essere assolto dal Tribunale di Catania. Santonocito arriva dall’Asl Roma 5, ovvero l’Asl messa sotto la lente di ingrandimento dalla Corte dei Conti che ha indagato lui e i precedenti manager per falso in bilancio. Ma non solo, Santonocito in quanto direttore generale dell’Asl Roma 5, era responsabile dell’ospedale di Tivoli, dove nella notte del 9 dicembre scorso sono andati a fuoco alcuni padiglioni. Un esito tragico: 3 pazienti sono morti e 200 evacuati. Sull’incendio è stata aperta un’indagine dalla procura che è alle battute iniziali. L’ospedale era risultato anche tra i peggiori in un report dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Non a caso lo scorso 17 gennaio, Andrea Crisanti, senatore del Pd, tuonava su X: “Sono passati 40 giorni dall’incendio all’ospedale di Tivoli, che ha provocato la morte di 3 persone e la chiusura della struttura, fra gli otto peggiori ospedali d’Italia secondo i dati dell’Agenas. Giorgio Giulio Santonocito, Dg della Asl dal 2019, ancora non si è dimesso”. Sarà contento Crisanti di sapere che Santonocito non è più a Tivoli ma mercoledì sera è stato nominato dalla giunta regionale siciliana alla guida dell’Ospedale universitario della città dello Stretto, in quota Lega. Ancora in quota Fdi va alla guida dell’Asp di Trapani il messinese Ferdinando Croce, ex capo della segreteria di Ruggero Razza: entrambi sono stati indagati nell’inchiesta sui dati falsificati che ha portato a processo l’ex assessore, mentre la posizione di Croce è nel frattempo stata archiviata.

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