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Premierato, cambia il ddl: il secondo premier potrà subentrare al primo solo dopo morte o dimissioni. E arriva il limite dei due mandati

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Cambia il ddl di riforma costituzionale sul cosiddetto “premierato in discussione in Commissione Affari costituzionali al Senato. L’annuncio della fumata bianca è arrivato giovedì pomeriggio dalla ministra delle Riforme Elisabetta Casellati, al termine di un vertice con i capigruppo di maggioranza e con il presidente della Commissione, Alberto Balboni di FdI. “Abbiamo raggiunto un accordo all’unanimità tra le forze della maggioranza. La nostra proposta sarà ora sottoposta ai leader e, quando approvata, sarà depositata come emendamenti“, ha detto Balboni. La modifica più rilevante riguarda la cosiddetta “norma anti-ribaltone“: al presidente del Consiglio vincitore delle elezioni non potrà subentrare un membro della stessa coalizione (il “secondo premier”) a seguito di sfiducia parlamentare, ma solo in caso di decadenza, morte, impedimento permanente o dimissioni volontarie.

Viene imposto un limite di mandati al premier eletto: potrà ricoprire l’incarico “per non più di due legislature consecutive, che però possono diventare tre “qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi”. Si prevede poi per il capo dello Stato la facoltà di revocare i ministri su proposta del premier: “Il presidente della Repubblica conferisce al presidente del Consiglio eletto l’incarico di formare il Governo e nomina e revoca su proposta di questo i ministri”. La modifica alla norma anti-ribaltone implica anche una limatura del cosiddetto “semestre bianco“: il presidente della Repubblica potrà sciogliere le camere negli ultimi sei mesi di mandato se lo scioglimento costituisce “atto dovuto“, cioè in caso di sfiducia del premier eletto (che in base alle modifiche non consente di assegnare un nuovo incarico).

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