Arriva dalla Commissione Ue una risposta alle preoccupazioni sul reddito degli agricoltori, in piena protesta che ha coinvolto tutta l’Europa. Se la Pac stabilisce che, per accedere agli aiuti comunitari, occorre lasciare delle quote di terreni a riposo, Bruxelles propone delle deroghe a questo obbligo per il 2024. Lo ha annunciato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, in conferenza stampa. Ma alle grandi organizzazioni di settore non basta.

La regola Per ricevere il sostegno della Pac, infatti, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue. L’insieme di standard di base è denominato Bcaa (buone condizioni agricole e ambientali). Lo standard Gaec 8 richiede, tra le altre cose, di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive. Si riferisce tipicamente a terreni incolti, ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Solo le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo.

La proposta della Commissione Ue Quella legata al maggese è una delle misure per rendere sostenibile il settore agroalimentare, ma contro cui protestano gli agricoltori. Per accedere ai pagamenti diretti gli agricoltori dovrebbero mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, come imposto dalla Pac, ma la Commissione darebbe la stessa possibilità anche a quelli che coltivano colture che fissano l’azoto (come lenticchie, piselli o fave) e colture intercalari sul 7% dei loro seminativi. Gli Stati membri dovranno votare ora la risposta, in una riunione della commissione.

Le reazioniPer il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini, la Commissione Europea “fortunatamente sta facendo dietro front” su alcune norme che riguardano l’agricoltura “perché aderire ai fondi della Pac solo lasciando incolta una parte della propria superficie agricola è una cosa che, con i problemi economici che ci sono nel 2024, è difficilmente sostenibile”. Ma alle organizzazioni del settore non basta. “Va cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). È una scelta sbagliata come sosteniamo da anni, eredità della folle era Timmermans con il quale ci siamo confrontati molto duramente, unici in Europa, aprendo una breccia” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Una proposta debole e insufficiente” per il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini. Critico anche il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Secondo la proposta, ricorda la deroga è concessa a condizione che l’agricoltore destini il 7% dei seminativi a elementi caratteristici del paesaggio, inclusa la messa a riposo, o a colture azotofissatrici e intercalari (“catch crops”) senza però ricorrere all’uso di fitofarmaci. “Per le intercalari è previsto un coefficiente di ponderazione dello 0,3 per cento. In pratica, ogni ettaro reale sarebbe equiparato a 0,3 ettari” aggiunge, sostenendo che “a queste condizioni, la deroga risulta poco attuabile e, quindi, poco utile”.

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