Modalità paramilitari, le chiamavano gli investigatori. Perché utilizzarono fucili mitragliatori AK 47 e grazie a un escavatore tirarono giù la recinzione dell’istituto di vigilanza Ivri-Sicuritalia di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, così da entrare nella “sala conta” dove trovarono e portarono via 4,8 milioni di euro in contanti. E nel frattempo sparavano e sparavano, per evitare la reazione delle 14 guardie giurate in servizio. Poi si coprirono la fuga incendiando alcuni camion lungo le strade e spargendo chiodi a tre punte sull’asfalto. Arrivavano quasi tutti da Cerignola, in provincia di Foggia, una sorta di “centrale” di questo tipo di crimini, come dimostrano le decine di colpi effettuati in giro per l’Italia negli ultimi quindici anni. Adesso, dopo una lunga inchiesta della procura de L’Aquila, sono stati arrestati in 6 e altri 23 sono indagati per questa rapina del 24 marzo 2022. Le accuse relative alle ordinanza di custodia cautelare sono di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso.

Articolo Successivo

Fabio Ferrari trovato morto in Valtrompia: il runner era scomparso da due giorni

next