Il Pd milanese si spacca sulle manifestazioni pro-Palestina del week-end. Lorenzo Pacini, ex segretario lombardo dei Giovani democratici e oggi assessore di Municipio 1, è stato sconfessato dal suo partito per essere sceso in piazza sabato, durante il corteo non autorizzato. E lui, deluso, rivendica la scelta e accusa: “Al Pd manca coraggio, chiediamoci se dobbiamo farci dettare la linea dai giornali di destra”.

Il Pd milanese aveva chiesto di non aderire alle piazze di sabato, anche per evitare ambiguità visto che cadevano nel Giorno della Memoria e il rischio di infiltrazioni di attivisti pro-Hamas avrebbe consentito alla destra di strumentalizzare tutte le manifestazioni. Per questo, quando Pacini si è unito al corteo, è stato scaricato dai vertici del partito locale, a partire dal capogruppo in Comune Filippo Barberis: “Partecipare a una manifestazione che noi avevamo segnalato alla prefettura come un evento che doveva essere evitato, è un errore politico grave”.

Parole a cui Pacini ha risposto con un lungo post su Facebook, dopo che la destra, Lega in primis, ne aveva chiesto le dimissioni da assessore: “Colpevole. Mi dichiaro colpevole di aver partecipato alla manifestazione in difesa del popolo palestinese questo sabato. Ero lì proprio perché condanno ogni forma di terrorismo e perché quello NON era un corteo pro-Hamas. Ero lì insieme a Franca Caffa, l’attivista 94enne che con tutta la sua fermezza ha smascherato un agente dei Carabinieri e le sue affermazioni eversive. Ero lì perché sostengo il diritto del popolo palestinese a sopravvivere, ad avere un Stato riconosciuto. Perché mi oppongo a un governo e un esercito che sta compiendo stragi indiscriminate di civili sotto gli occhi del mondo intero”. E poi il primo messaggio al partito: “Ero lì perché mi è stato insegnato, in primis dal mio partito, il Partito Democratico, che quando ci sono vittime di crimini di guerra bisogna agire, indignarsi, PROTESTARE”.

Pacini rigetta quindi le accuse di ambiguità della piazza e chiama in causa i vertici Pd: “La parte più dolorosa di tutto questo non sono gli attacchi ipocriti, ma il fatto che la mia parte politica non abbia sottolineato questi aspetti. Mi sarei aspettato almeno una difesa delle intenzioni politiche di quella manifestazione. Mi sarei aspettato non la difesa mia ma la difesa di Franca, che a 94 anni dimostra molto più coraggio di tanti politici”.

Poi, il riferimento alla sudditanza rispetto agli argomenti della destra: “Mi rivolgo allora ai tantissimi militanti, consiglieri, eletti, dirigenti del Pd: tiriamo fuori questo coraggio. Perché io so che la stragrande maggioranza di voi sarebbe stata insieme a me. Chiedetevi, chiediamoci tutti, se siamo disposti a farci dettare la linea di cosa si può o non si può fare dai giornali della destra”.

Il tema non riguarda solo Pacini. I Giovani democratici del Municipio 1 di Milano hanno infatti organizzato per il 15 febbraio un dibattito dal titolo “Colonialismo & Apartheid in Palestina. Una lunga storia di occupazione illegale e Resistenza“, invitando Francesca Albanese (relatrice all’Onu per il territorio palestinese occupato), l’artista Moni Ovadia e il ricercatore Daniele Garofalo. A preoccupare gli esponenti del Pd locale, in questo caso, è soprattutto uno dei moderatori, Alessandro Corti, che in passato aveva definitivo “nazista” lo Stato di Israele, salvo poi scusarsi. Ma Daniele Nahum, consigliere comunale dem, contesta pure l’intera impostazione dell’incontro: “Non c’è un riferimento che sia uno su Hamas e sugli attacchi del 7 ottobre. Sono state invitate persone che sulla questione sono poco credibili e le loro posizioni non sono per nulla equilibrate”. Risultato? I Giovani democratici confermano l’evento, accettando però di cambiare sede e non tenere il confronto nel centralissimo circolo dem Aldo Aniasi: “Abbiamo condannato dal primo momento gli atroci attacchi del 7 Ottobre – scrivono in una nota – e condanniamo tutti i crimini contro i civili. Per noi non esistono civili di serie A e di serie B”.

Amareggiata è la relatrice Francesca Albanese, che parla di un “ennesimo tentativo di offuscare il dibattito sulla Palestina”: “Nutro la speranza che il Pd di Milano mantenga il proprio impegno e con esso l’evento programmato e spero che il partito risolva il nodo interno su cosa sta accadendo in Israele. Affrontare con integrità gli eventi che si susseguono in quella terra lacerata rappresenta l’unica via per comprendere come emergere indenni da uno dei suoi capitoli più bui”.

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