“Spiace, ma ogni paese punisce come vuole“, “Partire per mettersi nei guai in Ungheria ha delle conseguenze“, “Indignano più le manette di un ragazzo pestato”. Sono le dichiarazioni degli esponenti della Lega. I parlamentari del Carroccio sembrano tra i meno indignati per le immagini che mostrano Ilaria Salis (la maestra 39enne di Monza in carcere da 11 mesi a Budapest accusata dell’aggressione, insieme ad altri manifestanti antifascisti, di due neonazisti) in catene, con mani e piedi legati, in Tribunale durante l’udienza. Il governo è senza una posizione comune. Forza Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avviato passi formali nei confronti di Budapest per protestare contro il trattamento dell’italiana (precisando comunque che “Orban non c’entra”). Posizione più attendista quella di Fratelli d’Italia. Il partito della premier, preferisce non schierarsi, come ha fatto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida trincerandosi dietro un “non commento, non ho visto le immagini”. In serata è stato reso noto che Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Victor Orban in vista del Consiglio Ue straordinario. Durante la telefonata la presidente del consiglio ha portato l’attenzione del primo ministro ungherese sul caso della nostra connazionale, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate. Intanto la Lega tira dritto. Dal partito di Salvini arrivano numerosi commenti critici all’attivista ma anche di difesa all’Ungheria che ha diritto di “punire come vuole”.

Il vicesegretario della Lega non ha dubbi: “Ogni paese punisce come vuole e non compete a me giudicare quello che si fa in altri paesi”, afferma Andrea Crippa ai microfoni di Rainews24. Il deputato leghista Igor Iezzi premettendo che quelle immagini “non lasciano indifferenti” tiene però a sottolineare che “è doveroso ricordare che partire dall’Italia per mettersi nei guai in Ungheria ha delle conseguenze“. “In Italia siamo abituati alle carezze per Carola Rackete che sperona una motovedetta della Finanza. Ecco, all’estero, invece, può capitare ci sia una impostazione diversa“, insiste Iezzi commentando così quelli che l’associazione Giuristi democratici ha definito condizioni “terribili”.

E ch’è addirittura chi come il deputato della Lega Rossano Sasso – capogruppo in commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera – pensa già a radiare la 39enne dalle graduatorie per l’insegnamento. “Siamo certi che la maestra Ilaria Salis saprà dimostrarsi innocente dopo essere finita nei guai in Ungheria perché arrestata con un manganello a una manifestazione di estrema sinistra e accusata di aver aggredito due persone. Le immagini di Ilaria Salis in manette non ci lasciano indifferenti, ma se fosse colpevole – e non vogliamo nemmeno immaginarlo! – sarà doveroso radiarla dalle graduatorie ministeriali: d’altronde la sua ultima supplenza risale al 12 gennaio 2013 ed era terminata il giorno prima di recarsi in Ungheria”, scrive in una nota Sasso.

Sempre dalla Lega l’europarlamentare Susanna Ceccardi sui social pubblica un post intitolato: “Quando indignano più le manette di un ragazzo pestato”. “In tutta Italia – scrive – girano le immagini di Ilaria Salis ammanettata nel tribunale ungherese. Ma nessuno in queste ore ha fatto vedere cosa faceva il gruppo della Salis a Budapest insieme ai suoi amici ‘antifa’, in assetto armato come vere e proprie organizzazioni para brigatiste. Allora ve lo faccio vedere io”, afferma Ceccardi pubblicando un video di un’aggressione da parte di un gruppo di persone incappucciate. Nei commenti in tanti scrivono all’europarlamentare come abbia fatto a riconoscere Salis in quelle immagini, ma – da lei – nessuna risposta.

A replicare a queste come ad altre affermazioni è però il padre di Ilaria. “Sta crescendo un’onda per cercare di screditare le azioni di mia figlia“, dichiara Roberto Salis a Metropolis di Repubblica. “Stanno girando foto di un reato commesso in Ungheria per cui mia figlia non è accusata” ha aggiunto, sottolineando che adesso “la cosa più importante di tutte è individuare quello che è il piano per arrivare ai domiciliari in Italia e per levarla da una situazione insostenibile per poi fare il processo in condizioni umane”.

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