Non fu un malore del conducente che provocò il salto dal cavalcavia di un bus elettrico a Mestre lo scorso ottobre. L’autista che si trovava alla guida del mezzo precipitato il 3 ottobre scorso, con un bilancio di 21 morti, non aveva avuto un malore prima dell’incidente. Lo ha escluso la perizia sul muscolo cardiaco dell’uomo, dalla quale è risultato che Alberto Rizzotto non aveva problemi al cuore come apprende l’Ansa. L’uomo era deceduto per lo sfondamento del cranio, a seguito della caduta del pullman, da un’altezza di oltre 10 metri. Questi sono i primi risultati medico-legali mentre si attende ancora il deposito formale degli esiti dell’autopsia e quelli tecnici sul bus e sul viadotto. I pm avevamo disposto una perizia anche perché tra le ipotesi era emersa quella di un eventuale difetto di costruzione.

Oltre alle conclusioni del medico legale in merito alla morte di Alberto Rizzotto, l’autista del bus di Mestre caduto da un viadotto il 3 ottobre 2023 provocando la morte di 21 persone, esiste una consulenza firmata dalla cardiologa e anatomo patologa Cristina Basso. Al suo interno si legge che l’uomo aveva il 75% (o più) di un’arteria coronarica ostruita e che la mancanza di “danni ischemici acuti nel miocardio tributario” è comunque compatibile con l’ipotesi di una morte improvvisa da malattia coronarica, che potrebbe essere sopraggiunta prima delle “classiche alterazioni della necrosi ischemica”. La patologia coronarica era però probabilmente ‘silente’. La consulenza era stata chiesta a Basso dalla procura: nelle sue conclusioni, il medico legale Viel ha riassunto e interpretato anche la consulenza della cardiologa, concludendo però che la causa della morte di Rizzotto è stata lo sfondamento del cranio, per la caduta del mezzo.

Il mezzo, il “green electric” della compagnia La Linea di Marghera, era entrato in servizio da poco e veniva usato soprattutto per trasportare i turisti, un servizio privato, che è collegato ad Avm la società pubblica che gestisce il trasporto veneziano. Aeroporti Marco Polo e Canova (di Treviso), Casinò di Ca’ Noghera e Campeggi, sono le tratte principali. Martedì 3 ottobre, poco dopo le 19.30, con Alberto Rizzotto di Tezze sul Piave alla guida, il mezzo ha fatto salire una quarantina di persone a piazzale Roma, la porta d’ingresso stradale di Venezia. C’erano ucraini e polacchi, croati, tedeschi, francesi. Li doveva trasportare fino al campeggio Hu (ex Jolly), all’imbocco della statale Romea che porta a Chioggia. All’improvviso l’incidente: nel primo tratto in discesa il pullman ha sfondato il parapetto, poi è caduto giù finendo tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre, incendiandosi. Dopo un volo di una decina di metri è piombato al suolo, accartocciandosi completamente su se stesso. Una scena “apocalittica” che si è presenta ai soccorritori arrivati in forze sul posto.

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