Il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann, dal 2012 al 2020 ministro delle Finanze in Australia, ha tratto “notevoli guadagni” da affari segreti con l’uomo che all’epoca era amministratore delegato di PwC Australia. Il tutto va inquadrato nell’ambito di un enorme scandalo legato alla fuga di notizie che ha coinvolto la società di consulenza a partire dal 2022, quando è emerso che passava alle aziende – a partire da Google – segreti governativi tra cui informazioni riservate su future norme fiscali alla cui scrittura avevano contribuito i suoi analisti. A scriverlo è il giornale indipendente australiano The Klaxon, specializzato in inchieste su illeciti e corruzione, che qualche giorno fa ha pubblicato un pezzo intitolato “Milioni di dollari dei contribuenti finiti a una società segretamente posseduta dal numero uno dell’Ocse”.

Sentito da una commissione d’inchiesta del Senato, l’ex ad di PwC Australia Luke Sayers aveva ammesso già in dicembre che Cormann, subito dopo aver lasciato l’incarico di ministro e prima di passare alla guida dell’Ocse, era andato a lavorare per la società battezzata con il suo cognome. Ora è emerso che la stessa società ha ricevuto dal governo australiano appalti per 10 milioni di dollari di cui 9 (valore probabilmente sottostimato perché solo i contratti di una certa portata vengono resi pubblici) mentre Cormann ne era – segretamente – socio. A dicembre 2020, infatti, il da poco ex ministro aveva stretto un accordo per entrare in società attraverso un trust, in modo che non fosse visibile ai regolatori. Ne sarebbe uscito solo lo scorso novembre.

Il gruppo Sayers ha ammesso, rispondendo alle domande di The Klaxon, che “Nel periodo successivo al ritiro dalla carica di ministro delle Finanze e prima di assumere l’incarico di segretario generale dell’Ocse Cormann ha lavorato per il gruppo Sayers, allora una start-up di consulenza e investimenti in fase di costituzione. Nell’ambito degli accordi di remunerazione, anche in previsione del suo ingresso nel Gruppo Sayers come socio fondatore, nel caso in cui la candidatura per diventare segretario generale dell’Ocse non fosse stata accolta, gli è stata assegnata una piccola quota azionaria. Il signor Cormann l’ha in seguito ceduta”.

Durante il mandato di Cormann alle Finanze, come ricostruito da The Klaxon, i soldi pubblici finiti alle “Big Four” della consulenza sono esplosi del 400%, fino a superare gli 1,4 miliardi di dollari, e i contratti di PwC con il governo sono saliti di oltre il 30%. Stando al Centre for Public Integrity, tra il 2013 e il 2020 i pagamenti del governo federale alla PwC Australia per “servizi di consulenza gestionale” sono passati da 5,8 a 101,4 milioni di dollari. Lo Stato è arrivato a impiegare consulenti per l’equivalente di 53.900 posti di lavoro a tempo pieno, un terzo dei dipendenti pubblici australiani. Una commissione del Senato australiano è arrivata alla conclusione che l’agenzia “si è impegnata per molti anni in una deliberata strategia mirata a insabbiare la violazione della confidenzialità e il piano dei dipendenti di PwC per monetizzarla”.

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