Lavoro o sfruttamento? Per rispondere a volte basta fare un giro tra gli annunci pubblicati sui portali dedicati, come ilfattoquotidiano.it ha sperimento in diverse occasioni. Un esempio significativo è stato condiviso da Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, sulla sua pagina Facebook, che in un post riporta l’annuncio di un locale di Bari. Il bar offre un compenso di 300 euro al mese per lavorare tutti i fine settimana dalle ore 20. Una paga che, come fa notare la stessa Piccolotti nel suo post, corrisponderebbe a circa 30 euro a notte. E che nell’annuncio viene giustificata dal fatto di essere rivolta a un ragazzo o una ragazza, e cioè a dei giovani ‘senza esperienza‘. Ma che in un contesto di scarsità di lavoro, fa notare ancora la deputata, può diventare l’unica opzione disponibile anche per chi non è giovane e non è alla ricerca del cosiddetto “lavoretto” per arrotondare: “A Bari, dove il lavoro non abbonda, può capitare che il “ragazzo” o la “ragazza” non sia esattamente lo studente che vuole arrotondare ma un uomo o una donna che sta per rinunciare ai suoi progetti per una paga da fame“.

Piccolotti non ha dubbi: “Non c’è niente di normale in questo annuncio. Questo non è lavoro ma è sfruttamento”. E nel post torna quindi a parlare di salario minimoadottato in quasi tutti i paesi europei con effetti positivi anche sulla crescita dell’occupazione – e di reddito universale garantito: “È per questo che sosteniamo le mobilitazioni sindacali, è per questo che combattiamo le nostre battaglie per il salario minimo e per il reddito universale garantito: perché nessuna e nessuno debba abbandonare i suoi progetti di vita per una paga che non permette una vita dignitosa“. Una battaglia che nei mesi scorsi era stata portata avanti con un progetto di legge delle opposizioni unite – a eccezione di Italia Viva – ma che si è arenata alla Camera, quando è passato un emendamento di maggioranza che cancellava la proposta sul salario minimo. Il 29 novembre 2023 l’emiciclo ha bocciato l’emendamento unitario delle opposizioni con 149 voti contrari e 111 favorevoli. Nonostante l’assist arrivato dal commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, che in audizione aveva spiegato che se la contrattazione collettiva non funziona bene e molti lavoratori hanno salari troppo bassi, anche nei Paesi in cui i contratti nazionali hanno un’ampia copertura è il caso di valutare l’introduzione di un minimo orario o mensile.

L’annuncio condiviso da Piccolotti è insomma solo la punta dell’iceberg. Ma ha provocato accese polemiche sui social. E i commenti al post sono numerosi: c’è chi fa notare che anche se si trattasse di un lavoretto per i giovani, con quelle modalità è pur sempre sfruttamento. C’è poi chi rivela che questo, rispetto ad altri, è addirittura un buon annuncio: “Onorevole, questa a Bari è addirittura considerata ‘una buona paga’. In molti locali i ragazzi e le ragazze vengono pagati 20 euro a serata da orario di apertura sino alla chiusura, a nero”. E poi c’è chi invoca la regolamentazione degli annunci online e del sistema di ricerca di lavoro: “Andrebbe creata una certificazione per gli annunci per verificarne la qualità, magari, implementando i servizi pubblici per l’ impiego che possono filtrare le offerte e verificare la bontà delle stesse, invece, si continua a privatizzare i servizi per il lavoro”.

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