Le donne e i bambini sono le principali vittime della guerra di Gaza. Lo ha dichiarato l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove l’uguaglianza di genere. Dopo oltre 100 giorni di conflitto, ha aggiunto UN Women, almeno 3mila donne potrebbero essere rimaste vedove e almeno 10mila bambini potrebbero aver perso il padre. Dei 2,3 milioni di abitanti del territorio palestinese della Striscia, 1,9 milioni sono sfollati e “quasi un milione sono donne e ragazze” in cerca di rifugio e sicurezza. In questa testimonianza raccolta dagli operatori di Oxfam a Gaza, Muna, una donna 48enne rifugiata del campo di Al-Mawasi su ordine dell’esercito israeliano, racconta le difficoltà della vita degli sfollati. “Ci hanno detto di venire qui ma non riceviamo né farina, né cibo. Siamo stati scaricati in questo posto e abbandonati. Gli adulti soffrono la fame per lasciare il cibo ai bambini e assicurarsi che mangino”. La situazione è resa ancora più drammatica dal blackout delle comunicazioni, che impedisce alla famiglie di mettersi in contatto con i proprio cari. “Non riesco a raggiungere al telefono né i miei genitori, né le mie sorelle. Non ho idea di dove si trovino” dice Muna in lacrime

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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