Notte o giorno che sia, non fa differenza. Il risultato è sempre lo stesso: vittoria senza perdere set. Continua in maniera immacolata l’avventura di Jannik Sinner in questa edizione degli Australian Open. L’azzurro supera il russo Karen Khachanov (numero 15 del mondo) con il punteggio di 6-4 7-5 6-3 e torna ai quarti di finale a Melbourne dopo due anni. Un match complicato, spigoloso ma che non è mai stato davvero in discussione, e che gli consegna un quarto contro uno tra l’australiano Alex De Minaur e il russo Andrey Rublev. Sinner diventa anche il primo italiano a raggiungere questo punto del torneo per più di una volta. A Khachanov, semifinalista in Australia nel 2023, non basta una partita di grande qualità. Troppe le occasioni non sfruttate, per i meriti dell’azzurro, ma anche per demeriti propri.

È una vittoria della consapevolezza. Di chi è pienamente cosciente di essere numero 4 del mondo non a caso e sa trovare il modo di portare a casa la partita anche nelle giornate un po’ più complicate. E in più, sa farlo in tre set, facendo sembrare quasi facili match che non lo sono stati. Questo è stato per Sinner il successo contro Khachanov. Una caratteristica che non ce l’hanno in molti, solo i grandi. Quelli che hanno ormai raggiunto un livello differente agli altri. Se il diritto e il rovescio infatti hanno risposto presente come sempre, il servizio ha creato più di qualche problema, in particolare nei primi due set. Un andamento altalenante che ha esposto Jannik a più di qualche brivido: ben dieci le palle break concesse in due parziali. Oggi questi margini sono stati riempiti dalla personalità e dagli altri colpi del repertorio, ma in vista dei quarti di finale servirà una sistemata, anche e soprattutto pensando a un’ipotetica semifinale contro Novak Djokovic. Per Sinner si tratta del sesto quarto di finale Slam in carriera. Trecentosessanta punti per continuare la caccia al terzo posto mondiale di Daniil Medvedev, lontano ancora 1100 punti. Un risultato che, a questo punto, potrebbe essere raggiunto solo vincendo il titolo, e che dipende anche dalla strada che farà il russo.

A inizio partita l’equilibrio dura pochi turni di servizio. Esattamente tre. Due diritti, incrociato e lungolinea, e Sinner allunga, per poi salvare due palle del controbreak subito dopo. Una situazione che si ripete anche nel momento di chiudere il parziale: questa volta le occasioni del russo sono tre. Jannik le annulla tutte, per poi trovare la prima vincente del 6-4. Un esito che ha ripercussioni immediate su Khachanov, costretto a cedere ancora la battuta. E qui Sinner si disunisce: prima restituisce il vantaggio, poi salva due palle break subito dopo. Copione che si ripete anche sul 4-3, con l’azzurro che ritrova il servizio nel momento più complicato. Khachanov insiste ma a differenza sua Jannik non tentenna nel momento clou. Un diritto lungolinea gli consegna un nuovo break, l’ace nel turno di battuta successivo anche il set: 7-5. L’inerzia ha preso ormai una direzione precisa. Sinner spreca due occasioni, prima sul 1-1 e poi sul 2-2, ma non si lascia sfuggire il terzo tentativo. Il diritto di Khachanov è largo. È il colpo definitivo alla partita. La parola fine invece la pone il recupero difensivo del russo che termina oltre il rettangolo di gioco.

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