Se non sono ai ferri corti poco ci manca, anche se poi quando parla del governo nazionale garantisce che gli avversari dovranno mettersi l’anima pace perché “dureremo 5 anni”. Di certo, però, la tensione tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni non è mai stata così alta dalla vittoria elettorale. E non è un caso che salga proprio ora, quando mancano sei mesi alle prossime urne. Evidentemente nervoso per un risultato alle Europee che potrebbe certificare la distanza siderale da Fratelli d’Italia, il leader della Lega è impegnato a coltivare l’orticello interno. Si copre sulle Regionali, insomma, a iniziare dalla Sardegna, e intanto coccola i balneari promettendo una “buonuscita” per chi perderà le concessioni.

Così la fuga in avanti di Fdi, pronta a candidare il sindaco di Cagliare Paolo Truzzu, ha fatto imbufalire il Carroccio. Dopo le parole di fiele del suo vice, dopo giorni di attacchi e risposte, tocca direttamente al vice-premier parlare. E non sono frasi concilianti. La ricandidatura di Christian Solinas è considerata un’architrave da Salvini. “Non mi interessano compensazioni”, avvisa. Quindi scandisce: “Se qualcuno mi dice che non voglio ricandidare tizio e caio mi deve spiegare perché e dove ha sbagliato”, ha detto a Cinque Minuti. Una bordata, arrivata dopo che in giornata si era esposto anche il ministro Francesco Lollobrigida, cognato della premier, per sottolineare come Fratelli d’Italia non abbia intenzione di schiodarsi dalla sua posizione.

E Salvini ha anche ammesso candidamente di non aver parlato con la stessa presidente del Consiglio prima di rendere pubblica la sua volontà di non candidarsi alle Europee: “Non ne abbiamo mai parlato. A domanda io rispondo. Non so cosa farà Giorgia”. Ma, ha assicurato, in caso di conferma di un forte distacco di Fdi rispetto a Lega e Fi alle Europee, il governo non ne risentirebbe “assolutamente”, assicurando che “questo governo per 5 anni va avanti, se ne facciano una ragione Schlein, Conte e compagnia cantante…”.

Il vicepremier ha anche parlato con Bruno Vespa di riforma della giustizia, ribadendo la necessità della separazione delle carriere, ed è tornato sul tema dei balneari e ambulanti, dopo il richiamo alle Camere da parte del Quirinale: “Nessuna chiusura” sulla concorrenza, ha sostenuto. “È giusto il richiamo del presidente Mattarella ma bisogna riconoscere a chi ha investito dei soldi in quella bancarella o in quella spiaggia, chi subentra glieli riconosca, è ragionevole. Sono assolutamente per la competizione, l’importante è non lasciare dalla sera alla mattina gente che in quel posto ci ha investito per 30 anni”, ha sostenuto, per poi lanciare l’idea di una sorta di “buonuscita” da riconoscere agli uscenti da parte chi subentrerà.

Assai più abbottonato, invece, sulla questione dell’inchiesta degli appalti Anas nella quale è coinvolto Tommaso Verdini, figlio di Denis e fratello della sua fidanzata Francesca: “Se qualcuno ha sbagliato anche solo di un millimetro, pagherà…”, si è limitato a dire. “Io sono certo che il sistema Anas, Fs, Rfi, sia un sistema sano – ha sostenuto – E se su decine di migliaia di persone, qualcuno ha sbagliato, questo qualcuno ne pagherà le conseguenze. Ho parlato con l’ad di Anas, mi ha garantito che le procedure sono assolutamente trasparenti”.

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