“Il ministro dell’economia e delle finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico e finanziario ma per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, giurì d’onore e cose di questo tipo, mi è sembrato evidente che non c’era aria per l’approvazione. Per motivazioni anche non solo economiche”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti torna a parlare della questione del fondo salvastati dopo la bocciatura della ratifica di giovedì in Parlamento. A chi gli chiedeva della richiesta delle opposizioni di dimettersi, ha risposto: “I consigli dell’opposizioni sono sempre utili però permettetemi che poi decido io”. L’Italia è l’unico paese Ue ad aver detto no alla ratifica e ciò blocca la nuova versione del Mes anche per gli altri paesi europei. Una condizione che porta molti osservatori a stigmatizzare il comportamento italiano paventando il rischio di “ritorsioni” europee.

“Sul Mes che ci fossero problemi era noto a tutti. Abbiamo fatto un passo in avanti sul Patto di Stabilità, ma le sfide in Europa sono ben altre. Non è che l’Europa ha sempre ragione“, ha continuato il ministro dell’Economia spiegando poi che “Tutto si può migliorare, anche il Mes”. L’ipotesi è che se l’Ue accettasse alcune modifiche la ratifica della riforma potrebbe essere riproposta al parlamento.

Dichiarazioni che aizzano l’opposizione. “Non aver ratificato il Mes ha isolato ancora di più il nostro Paese perché quando la manovra andrà alla prova del voto del Parlamento europeo i paesi che contestano all’Italia la mancata ratifica del Mes saranno inevitabilmente molto più rigidi. Siamo molto preoccupati”, dice Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato. “È evidente che nel governo ci sono diverse posizioni. Forza Italia si è astenuta, Lega e FdI hanno votato contro. Vorremmo sapere qual è la posizione del ministro Giorgetti perché finora non ha parlato e non si può essere Don Abbondio in una vicenda come questa. Se la linea del ministro Giorgetti coincide con quella di Salvini e Meloni allora è evidente che ha mentito in sede Ecofin in tutti questi mesi e anche un po’ al Parlamento, perché aveva detto che stava trattando in una logica di pacchetto. La verità è che questa trattativa è fallita. Se invece il ministro è stato smentito dalla scelta politica fatta dai leader sovranisti, allora farebbe bene a trarne le conclusioni e a dimettersi”, ha concluso.

“Siamo veramente vicini al baratro. Chi è Giorgetti? Non lo sa neanche lui. Se fosse il ministro dell’Economia si sarebbe dimesso”, dice Carlo Calenda di Azione. Le dichiarazioni “sono l’ennesima conferma che questo governo è completamente allo sbando. Le sue parole non solo sollevano dubbi sulla sua idoneità, ma evidenziano una deriva di politiche disconnesse dalla realtà del Paese. A questo punto le dimissioni del Giorgetti sarebbero un atto di dignità”, scrive in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli. Secondo Luigi Marattin di Italia Viva il no alla ratifica è una ritorsione contro Germania e Francia e aggiunge “Quello della maggioranza sulla ratifica del Mes è un comportamento da adolescenti, da classe dirigente che non si rende conto della gravità di quello che sta facendo”.

In mattinata il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva provato a smussare gli allarmi. “Non mi pare” ci sia un rischio di isolamento dell’Italia a Bruxelles, ha detto Tajani. “È più importante la Costituzione europea o la riforma del Mes? È più importante la prima” e “la Francia e l’Olanda hanno bocciato la Costituzione europea e non mi pare che siano additate o nemiche dell’Europa, quindi nessuna ricaduta” nei rapporti con l’Europa “e non mi pare siano isolate”, ha aggiunto Tajani. “Come dare stabilità ai debiti sovrani della Stato ha diversi tipi di risposte e non solo una. Io non penso che sia quella utilizzata in Grecia“, ha commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Bisogna in qualche modo tenere insieme la necessità di dare stabilità a qualunque Stato con la sovranità che qualunque Stato dispone“, ha proseguito. “È iniziato un ragionamento che va avanti da anni che riguarda gli equilibri finanziari in Europa ed il Mes non è una cosa ma fa parte dell’intero sistema”, ha aggiunto.

Sconfortato l’ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi che in un’intervista a Repubblica nota che “In politica esiste anche la follia. Ho sempre pensato che il balletto di dichiarazioni sul Mes sarebbe terminato in un nulla di fatto, convinto com’ero, e come sono, che a una scommessa a perdita zero non abbia alcun senso dire no. Perché quello è, in sintesi, il voto sul Mes. Ratificarlo non significa utilizzarlo. Se però l’Italia ha scelto di bocciarlo, unica in Europa, siamo davanti a una scelta assurda”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, rivendica la coerenza del movimento sul tema e critica il via libera dato al nuovo patto di Stabilità.

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parla di “Una schizofrenia tutta politica, mentre noi abbiamo bisogno di costruire davvero un’Europa e abbiamo bisogno che l’Italia giochi un ruolo per costruire un’Europa diversa. Io penso che ci sia un po’ di schizofrenia in questo governo, perché il Patto che è stato raggiunto per noi non è quello che serve, per noi bisogna superare l’austerità. Per noi bisogna uscire dall’austerità e fare quello che è stato fatto di fronte al Covid con il Pnrr, con l’idea di avere ammortizzatori sociali europei, con l’idea di avere un fisco europeo. È questa la strada da percorrere. Quindi trovo singolare che il governo si beva il Patto e poi si inventi di non votare il Mes” ha concluso Landini.

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