Intorno alla finanziaria campana delle mancette a chiese, sagre, mostre canine e rotatorie, stava per compiersi una grave dimenticanza e c’è una polemica sul merito di chi l’abbia scongiurata. Il riferimento è al rifinanziamento del fondo per le donne vittime di violenza di genere: 500mila euro stanziati l’anno scorso per il 2023 e da rinnovare ora per l’anno prossimo, specialmente alla luce della recrudescenza dei casi.

Nello schema approvato il 7 dicembre dalla giunta guidata dal presidente Vincenzo De Luca, il documento base sul quale il consiglio regionale ha poi iniziato – tra commissione Bilancio e aula – il dibattito concluso nelle scorse ore, la legge che aveva istituito quel fondo non era ricompresa nell’elenco di quelle rifinanziate. Erano indicate in un allegato ad hoc, scritto in caratteri che necessitavano di una lente d’ingrandimento. “Ma la posta in bilancio c’è, è solo un errore materiale di testo che correggeremo con un emendamento in commissione, un emendamento che riguarderà solo la modifica del testo”, assicurò il presidente della commissione Bilancio, il deluchiano Francesco Picarone, a ilfattoquotidiano.it.

In effetti è stato di parola, la legge è riapparsa tra quelle rifinanziate. Solo che, a leggere una nota del M5s (che in Regione Campania fa opposizione a De Luca), il merito non sarebbe di Picarone, ma loro. “Siamo soddisfatti di essere riusciti, grazie ad un nostro emendamento approvato in commissione, di aver rifinanziato con un importo di 500mila euro per il triennio 2024-2026 la legge – riporta un comunicato del loro ufficio stampa – e con 150mila euro per il triennio 2024-2026 il fondo per favorire la crescita e l’autonomia degli orfani di femminicidio. In un momento storico come questo, garantire continuità finanziaria su questo tema era assolutamente doveroso”.

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