“Stralci di conversazioni ambientali o telefoniche sul futuro possibile dei percorsi professionali in contesti informali” ma nessun accordo illecito. È quanto ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Venezia Luca Marini nel disporre l’archiviazione, accogliendo la richiesta della procura lagunare, dell’inchiesta sui presunti concorsi pilotati di diritto tributario alla facoltà di giurisprudenza di Firenze. Erano indagate 44 persone tra professori e ricercatori universitari, tra cui anche l’ex ministro Augusto Fantozzi, nel frattempo deceduto nel 2019. I reati ipotizzati nell’inchiesta, a vario titolo, erano corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, frode in pubbliche forniture e turbata libertà del procedimento di scelta nei concorsi, abuso d’ufficio e truffa.

“Le ipotesi di accusa – si legge nel provvedimento di archiviazione del gip Marini – si fondano su conversazioni ambientali tra presenti in contesti non formali che si risolvono in una congerie di commenti su diversi titoli e sul futuro possibile dei percorsi professionali dei soggetti, senza che l’informalità delle occasioni di confronto possa fondare alcune certezza di veridicità come ovvio che sia in occasione di chiacchierate tra colleghi per scambi di vedute e occasioni di confronto”.

Per il giudice veneziano si tratta di “un’attività inevitabile per qualunque procedura di selezione complessa di soggetti professionali, destinata poi ad essere definita in sedute formali che finiscono per trarre da tutta l’attività preparatoria dei commissari una sintesi”. Ma tale attività “non può in alcun modo essere considerata come condizionata da accordi qualificabili come frutto certo di condizionamenti illeciti”. L’inchiesta esplose con arresti e interdizioni a Firenze nel settembre 2017 e provocò un terremoto nel mondo accademico.

Sette docenti finirono ai domiciliari e altri 22 furono sottoposti a misura interdittive. La procura di Firenze chiese il processo per 44 persone. Ma nel 2020 il gup di Firenze Anna Liguori dispose il trasferimento del fascicolo a Pisa per una questione di competenza territoriale. Il gup di Pisa a sua volta, però, si dichiarò incompetente. A risolvere il conflitto di competenza nel gennaio 2022 fu la Corte di Cassazione, che spostò il procedimento a Venezia: è lì che si sarebbe svolto il primo concorso oggetto dell’indagine, nel 2012. La procura di Venezia, che ricevette da Firenze il fascicolo, chiese però l’archiviazione ritenendo che non fosse stata raggiunta la prova dello scambio corruttivo. Il tribunale della città lagunare adesso ha respinto alcune opposizioni e ha disposto l’archiviazione del procedimento.

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