In Ucraina come a Gaza “si presenta la necessità di rendere stringenti le regole del diritto internazionale umanitario: è inammissibile che, in conflitti armati di questo secolo, si esercitino attacchi e rappresaglie che colpiscono la inerme popolazione civile“. Parlando alla Farnesina all’inaugurazione della 16esima conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo, pochi giorni dopo aver definito “apocalittica” la situazione in Medio Oriente, Sergio Mattarella torna a lanciare un preoccupato appello alla comunità internazionale sulle guerre in corso e in particolare sulle vittime civili: “Tocca alla comunità internazionale impedire nuove avventure a questa politica di sopraffazione che trova emuli in diverse situazioni e in più continenti”, chiede il presidente della Repubblica. “Le sfide di fronte alle quali l’umanità si trova”, sottolinea, “pongono a rischio la sopravvivenza del pianeta, a partire dalle conseguenze della condizione climatica, sino a modalità belliche – che ci riportano a epoche che non hanno il diritto di riproporsi – in cui i popoli divengono ostaggi delle politiche aggressive dei rispettivi governi”. In questo senso, avverte, “derubricare a mera dimensione regionale l’attacco della Federazione russa all’Ucraina sarebbe un errore capitale: i suoi effetti destabilizzanti si avvertono in tutti gli angoli del globo e vulnerano gli strumenti internazionali di cooperazione e dialogo”.

Il capo dello Stato condanna le pretese espansionistiche di Vladimir Putin: “La pretesa del riemergere, nel terzo millennio, della logicaimperiale” è inaccettabile. A suffragarla non soccorre neppure più l’alibi ideologico, di confronto/competizione tra sistemi basati su progetti di vita contrapposti. Rimane soltanto la logica della prepotenza. Ecco la ragione elementare per puntare sul multilateralismo per quei Paesi – come l’Italia – che rifiutano intenti imperialisti e non hanno l’ambizione di essere “satelliti” di nessuno bensì di cooperare, da pari, con tutti gli Stati e i popoli di buona volontà, anche per governare la globalizzazione, facendone crescere la coincidenza con il perimetro della libertà e del benessere”, dice. E per il Medio Oriente rilancia la soluzione dei due Stati, ricordando che “il conflitto israelo-palestinese è innegabilmente il risultato della prolungata incapacità di costruire percorsi di dialogo e convivenza e di perseguire l’unica strada ragionevole”, cioè, appunto, la coesistenza di una nazione araba accanto a quella ebraica. “Il terrorismo”, riassume, “avanza laddove la proposta politica perde terreno, o l’impegno di paziente tessitura di soluzioni diplomatiche rimane frustrato nei suoi risultati, nonostante il trascorrere dei decenni. Rinunciare ad affrontare i problemi lascia aperti varchi in cui si infilano gli estremismi”.

“Il movimento terroristico Hamas ha innescato spirali di violenza di immani proporzioni, riuscendo anche nell’intento di sabotare, congelandolo nel breve periodo, ogni tentativo di dialogo. Il barbaro assassinio di centinaia di cittadini israeliani ha riavviato una guerra atipica fra lo Stato di Israele e una formazione terroristica che controlla di fatto un territorio, con i civili, siano essi israeliani o palestinesi, chiamati a pagare tragicamente il prezzo più alto”, sottolinea Mattarella. “La crisi mediorientale, con il suo portato d’odio, ha fatto riemergere dal suo fiume carsico anche il fenomeno dell’antisemitismo, che, oggi come ieri, si nutre di luoghi comuni e di una visione distorta della storia. Derivazione di sottoculture che resistono al tempo e alla ragione, veri e propri “magazzini dell’odio, mai svuotati della loro merce tossica”, come le ha recentemente definite la senatrice Liliana Segre. Si tratta di messaggi che debbono incontrare la più netta condanna, senza ambiguità, senza interpretazioni di comodo”.

Il capo dello Stato parla anche di politica comunitaria, chiedendo un “sempre maggiore ricorso al voto a maggioranza” perché l’Unione possa “svolgere un ruolo rilevante a livello interno e internazionale”. E sembra riferirsi alle forze di governo affermando che “all’Unione si appartiene, anzitutto, per una scelta di valori: pace, libertà, coesione sociale, democrazia, Stato di diritto. Contrapporvi un’affermazione di esclusivo esercizio di sovranità solitaria – che sarebbe sempre più soltanto apparente – risulta illusorio e sterile“. Il presidente elogia poi “la recente decisione del Consiglio europeo di aprire i negoziati per l’adesione con l’Ucraina e la Moldova e di concedere lo status di candidato alla Georgia”, che “fa stato dell’avanzamento dei nostri partner orientali nel percorso di avvicinamento all’Unione”.

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