Per la prima volta in Italia un uomo è stato sottoposto alla misura del braccialetto elettronico “d’urgenza”. Il bracciale è stato applicato a un trentenne già condannato per stalking e residente in un comune in provincia di Monza. L’uomo da mesi perseguitava una ragazza, e neanche la misura cautelare di condanna in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione, a fine ottobre, aveva posto fine allo stalking e alle minacce, estesi anche agli amici della ragazza. E così la nuova misura, che il trentenne ha accettato in alternativa al presentarsi alle Forze di Polizia ogni tre giorni. L’uomo è obbligato a non avvicinarsi a luoghi frequentati dalla giovane e a tenere da lei una distanza di almeno 500 metri, e il braccialetto garantirà il rispetto del divieto.

Il trentenne aveva iniziato a perseguitare la ragazza dopo che lei non aveva voluto intraprendere una relazione. E da aprile, quando lei lo ha denunciato, nonostante un primo ammonimento del questore di Monza, Salvatore Barilaro, lo stalker non si era mai presentato ai colloqui programmati con gli psicologi, programmati nell’ambito del Protocollo Zeus, e aveva continuato a perseguitare la ragazza. In un’occasione era arrivato a seguirla con la propria auto tappezzata di striscioni con frasi che riguardavano la ragazza, e la Polizia aveva trovato nell’auto tre cacciaviti nascosti. L’uomo ha anche precedenti penali e di polizia per rissa, danneggiamento e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

È il primo caso sul territorio nazionale che vede l’applicazione del nuovo disegno di legge contro la violenza sulle donne, entrato in vigore il 9 dicembre. La nuova normativa prevede proprio l’applicazione del braccialetto nei casi di “reati spia” – delitti che sono indicatori di violenza di genere – e minacce. In caso di manomissione o di avvicinamento alla donna, la nuova legge prevede la reclusione da 1 a 5 anni e l’arresto anche non in caso di flagranza. La misura è stata proposta del questore di Monza e approvata dal presidente della sezione autonoma Misure di Prevenzione di Milano, Giuseppe Cernuto.

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