Polemica in Francia dopo che un insegnante ha mostrato un quadro di Giuseppe Cesari durante una lezione. Il problema? L’opera – il quadro “Diana e Atteone” – raffigura alcune donne nude. L’episodio è accaduto alla periferia di Parigi, nella scuola “Jacques-Cartier d’Issou” del dipartimento delle Yvelines, dove studenti e genitori si sono lamentati con la preside per la lezione d’arte. Gli alunni, secondo le prime ricostruzioni, hanno anche accusato il professore di aver fatto delle dichiarazioni razziste e islamofobe.

La scuola è la stessa in cui insegnava Samuel Paty, l’insegnante assassinato il 16 ottobre 2020 dopo aver mostrato ai suoi studenti alcune caricature di Maometto del 2012 tratta dal giornale satirico “Charlie Hebdo“. E gli insegnanti hanno deciso di protestare e da venerdì scorso hanno esercitato il loro “droit de retrait” (diritto di recesso) che permette in Francia al dipendente di rifiutare di riprendere il lavoro di fronte a una situazione di “pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute” in attesa di trovare un accordo con il proprio datore di lavoro.

L’incidente è avvenuto in più fasi, secondo Sophie Vénétitay, segretaria generale del sindacato degli insegnanti , intervistata da RMC: durante la lezione gli studenti si sono detti scioccati, poco dopo, durante un’ora di vita di classe” – che è stata introdotta in Francia nel 2002 per favorire il dialogo tra studenti e insegnanti – con un altro docente, gli studenti hanno accusato il professore di aver fatto anche commenti razzisti. “Accuse false, non ci sono state osservazioni razziste ma un tentativo di dialogo”, ha precisato la segretaria. Il giorno successivo, sempre secondo le dichiarazioni della sindacalista, un genitore di uno studente ha scritto al preside. Da lì i presidi e lo sciopero, anche per manifestare contro “la totale assenza di sostegno da parte del rettorato e della direzione accademica”.

Sul caso si è espresso anche il Ministro dell’Istruzione Nazionale Gabriel Attal: “Il ruolo della scuola francese è formare dei cittadini della Repubblica. La nostra scuola ci sono delle radici: c’è la laicità, l’uguaglianza tra gli uomini e le donne e c’è il rispetto dell’autorità degli insegnanti. E anche se qualcuno cerca di mette in discussione queste radici, sono solide e sostenute dagli insegnanti”. Come riportato da Liberation, il ministro è andato di persona nell’istituto, annunciando “una procedura disciplinare contro gli studenti responsabili di questa situazione e che hanno anche ammesso i fatti”. Ha anche annunciato che saranno istituite posizioni per il “rafforzamento dei gruppi di vita scolastica“, “ma anche rinforzi per gli assistenti didattici“.

Giuseppe Cesari è uno dei maggiori esponenti del tardo manierismo, e nell’opera al centro delle polemiche – realizzata tra il 1602 e il 1603 – è raffigurato un passaggio delle Metamorfosi di Ovidio in cui Atteone sorprende la dea Diana e le ninfe durante un bagno. “Se non si potessero esporre nudità bisognerebbe chiudere tutti i musei a partire degli Uffizi”, ha commentato Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura. “Gran parte dei quadri che mostrano nudità sono capolavori universali”, ha aggiunto.

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