Il Myanmar è diventato il più grande produttore mondiale di oppio nel 2023, superando l’Afghanistan. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). Secondo le stime, alla fine dell’anno l’ex Birmania avrà aumentato la produzione del 36%, raggiungendo 1.080 tonnellate di oppio (da cui derivano l’eroina e la morfina). I motivi del sorpasso sono da ricercare nell’instabilità politica del Paese, ma anche e soprattutto in un calo del 95% della coltivazione del papavero in Afghanistan, che finora era in cima alla classifica (con oltre l’80% dello stupefacente prodotto tra il 2015 e il 2020 e profitti di milioni di dollari all’anno).

La produzione afgana di oppio, iniziata negli anni Ottanta e cresciuta durante la guerra civile degli anni Novanta, era stata bandita dai Talebani nel 2000: sotto i governi appoggiati dagli Usa vi era stato un nuovo boom produttivo, fino all’attuale crollo dopo il ritorno al potere dei fondamentalisti, che hanno vietato le coltivazioni nell’aprile dello scorso anno. La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale avevano più volte documentato il significativo peso della filiera dell’oppio illecito sul Pil afghano, pari a circa il 14%. Il calo delle produzioni comporta quindi un impatto economico determinante.

Nel frattempo, secondo l’Onu, il mercato degli oppiacei in Myanmar ha invece raggiunto un valore compreso tra il miliardo e 2,4 miliardi di dollari, che rappresenta una percentuale tra l’1,7% e il 4,1% del Pil del 2022. Il rapporto dell’Ufficio per il controllo della droga spiega che un ruolo fondamentale nella decisione dei coltivatori di dedicarsi all’oppio sono lo scarso accesso ai mercati e alle infrastrutture statali per le colture “tradizionali”, nonché l’inflazione dilagante. Del resto la regione di confine tra Birmania, Laos e Thailandia – il cosiddetto “triangolo d’oro” – è da sempre un importante centro di produzione e traffico di droga.

Come riportato dal Guardian, la principale area di coltivazione birmana è lo stato di Shan, la cui parte settentrionale è stata sconvolta da combattimenti e sfollamenti dopo che un’alleanza di gruppi armati di minoranza etnica ha lanciato un’offensiva contro la giunta militare al potere. Lo stato di Shan occupa quasi un quarto del territorio del Paese. Secondo le Nazioni unite lo Shan è anche la principale fonte di metanfetamine del Sud-est asiatico. Il rapporto afferma inoltre che l’esercito, che ha estromesso il governo eletto e preso il potere nel 2021, nonostante le affermazioni non è davvero intenzionato a porre fine al traffico di oppio, un commercio multimiliardario.

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