Polemica in Brianza dopo la decisione del Comune di Desio (Monza) di patrocinare, il 13 dicembre alle 21, la presentazione del libro ‘Giorgio Pisanò, soldato, giornalista politico’ pubblicato da una casa editrice decisamente a destra, Eclettica edizioni. A scagliarsi contro l’iniziativa è l’Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), sezione di Desio. “Pisanò fu comandante della X MAS, delle Brigate Nere, poi fondatore del movimento Fascismo e Libertà”, hanno scritto in un comunicato stampa il 7 dicembre. Ma non si tratta solo del libro. “L’autore, che sarà presente, è Luca Bonanno, il quale non ha mai fatto mistero delle proprie simpatie neofasciste, e nei cui post non manca di esaltare la repubblica di Salò ed i suoi squallidi componenti, addirittura irridendo e schernendo l’Anpi”, denuncia l’Associazione.

C’è poi una questione di regole. L’Anpi segnala all’amministrazione di Desio “che il Regolamento Comunale prevede che, per avere il patrocinio della manifestazione, va presentata una dichiarazione di antifascismo e adesione ai valori costituzionali”. E aggiunge: “Ricordiamo a tutti che la Sala in cui si svolge l’evento è dedicata al partigiano, nonché presidente della Repubblica, Sandro Pertini“. Pertanto, concludono, “si chiede al Sindaco di Desio e all’intera giunta, richiamandoli al rispetto dei regolamenti, di rimuovere e negare il patrocinio, unitamente all’uso della sala Pertini a questa e a simili future iniziative legate a personaggi di chiara appartenenza fascista per non oltraggiare e ferire i sentimenti antifascisti della città”.

L’iniziativa promossa dalla locale associazione culturale Urania di Sovico, ha indignato anche il Partito democratico, unito all’Anpi nell’appello a sindaco e giunta. “Ci chiediamo, ma soprattutto chiediamo all’amministrazione comunale, come sia potuto accadere un fatto tanto grave. Chiediamo con urgenza una risposta al sindaco e alla giunta, in attesa della quale domandiamo di procedere senza indugio alla revoca del patrocinio e dell’autorizzazione ad utilizzare la sala”, hanno scritto i dem su Facebook. Per ora a rispondere è stata l’assessora alla Cultura del comune, Samantha Baldo: “Sono stupita per la polemica, credevo che fossimo in democrazia”, si è limitata a replicare.

Giorgio Pisanò, fascista e repubblichino, dopo la guerra è tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano che abbandonerà solo con la svolta di Fiuggi, per seguire Pino Rauti verso il progetto della Fiamma Tricolore. Con l’Msi fu parlamentare per cinque legislature e fondatore nel 1991 del Movimento Fascismo e Libertà. Autore di articoli per il Meridiano d’Italia, scrisse numerosi saggi, soprattutto sulla guerra civile del biennio 1943-1945. Il contributo come storico è a dir poco dibattuto e scarso il riconoscimento al di fuori degli ambienti neofascisti, che invece considerano imprescindibile il suo lavoro sulle responsabilità partigiane. In particolare, il volume Storia della guerra civile in Italia 1943-1945, fu considerato la base per gli studi di Giampaolo Pensa che all’argomento si dedicò a lungo.

Proprio il lungo impegno sui fatti della guerra civile, e sui delitti dei partigiani, sarebbero il motivo dell’odierna avversione di Anpi e Pd alla presentazione del libro di Bonanno. Questa almeno la versione del Secolo d’Italia. Nondimeno, il noto volume di Pisanò è ricco di teorie negazioniste e abbondantemente smentite, come quella che tentò la riabilitazione del Duce di fronte allo sterminio degli ebrei italiani, questi sì colpevoli di antinazionalismo e mai internati in campi di concentramento dal regime mussoliniano. Al contrario, “le decisioni antisemite di Mussolini furono solo la conseguenza, legittima e inevitabile, del conflitto voluto e scatenato dall’internazionale ebraica”. Più che alla storiografia, l’attenzione fu posta sul messaggio neofascista che alimentò con tenace coerenza fino alla morte, a Milano nel 1997.

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