Il blitz compiuto a Venezia dal gruppo Extinction Rebellion, in cui gli attivisti hanno versato nel Canal Grande della fluoresceina che ha colorato le acque di verde, è costato una denuncia a 28 persone. Le accuse mosse nei loro confronti sono di interruzione di pubblico servizio, violenza privata, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose.

A cinque di loro è stato notificato un foglio di via obbligatorio di 4 anni (misura che prevede che il soggetto non possa fare ritorno nel comune da cui è stato allontanato, se non ottiene la preventiva autorizzazione del questore che ha emesso il provvedimento) e a tre persone un Daspo urbano (sanzione amministrativa con ordine di allontanamento) di 48 ore. Sono inoltre stati sequestrati tutti i materiali, tra cui alcune macchine fotografiche. A essere stato fermato e poi accusato è anche l’ufficio stampa del gruppo.

Come ha spiegato il gruppo in una nota, tra le persone portate in questura vi era anche un turista, che si trovava a Venezia per due giorni, e quattro persone dell’ufficio stampa, compresi i fotografi e videomaker. E ad eccezione del turista, tutte le altre persone sono state denunciate per tutti e quattro i capi d’accusa. Anche chi dava volantini o, appunto, faceva foto e video. Inoltre cinque persone siano state espulse da Venezia per 4 anni, nonostante alcune di loro siano studentesse alla Cà Foscari di Venezia. Si tratta, accusa il gruppo, di un’applicazione illegittima di un provvedimento pensato per reati di mafia e che, secondo la legge stessa, non può essere notificata a chi ha un legame con la città.

Sabato, subito dopo il blitz, il sindaco Luigi Brugnaro aveva chiesto il carcere per gli attivisti coinvolti. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, evidentemente ignaro che la fluoresceina non lascia traccia nelle acque nel giro di poche ore: “Se per ‘salvare l’ambiente’ questi imbecilli riescono solo a danneggiare monumenti, opere d’arte, chiese e perfino fiumi, da salvare rimangono solo i loro pochi neuroni rimasti. Multa e carcere per questi vandali”, ha detto il vicepremier.

“Il questore di Venezia – in linea con il sindaco Brugnaro e il ministro delle Infrastrutture Salvini – ha quindi deciso arbitrariamente che alcune persone che hanno semplicemente partecipato ad una manifestazione siano colpevoli di reati gravissimi che le renderebbe ‘persone pericolose’ e per questo debbano essere allontanate dalla città per quattro anni, il massimo possibile, violando il loro diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero”, commenta ancora Extinction Rebellion.

“Giorno dopo giorno, le questure di tutta Italia notificano denunce pretestuose per reati non commessi, costruendo una narrazione che definisce chi aderisce ai movimenti climatici come ecoterrorista, eco-vandalo e criminale” accusa Margherita, una delle persone espulse da Venezia. Denunce che vengono puntualmente non perseguite dai magistrati o per le quali viene chiesta l’archiviazione, “ma che sono un chiaro tentativo di spaventare, intimidire e isolare che esprime dissenso”, concludono nella nota.

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