È appena finito il caos scatenato dalle forti nevicate in Germania che il sindacato dei macchinisti dei treni Gdl, che ha dichiarato fallite le trattative contrattuali con le Deutsche Bahn di fine novembre, ha indetto uno sciopero nazionale. Gli iscritti si asterranno dal lavoro per 24 ore fino alle 22 di venerdì 8. Le agitazioni si rifletteranno anche sui trasporti regionali di varie compagnie, nonché sulla metropolitana leggera (S-Bahn), almeno a Berlino e Amburgo. Il ministro dei Trasporti Volker Wissing aveva fatto appello al sindacato di non scioperare a ridosso di Natale. E ora il sindacato ha risposto con uno sciopero con brevissimo preavviso. Il presidente del Gdl Claus Weselsky ha assicurato che poi fino al 7 gennaio non ci saranno più astensioni dal lavoro, ma il 19 dicembre si avrà l’esito del voto degli iscritti su una mobilitazione illimitata. Se almeno il 75 per cento si dichiarerà favorevole i viaggiatori avranno forti limitazioni di trasferta anche l’anno prossimo. E quest’anno ci sono già stati altri tre scioperi di un’altra sigla, la Evg.

Il sindacato dei macchinisti vuole passare da 38 a 35 ore alla settimana di lavoro e richiede 555 euro di più al mese di stipendio, oltre ad un premio di 3mila euro per coprire l’inflazione. Le ferrovie hanno invece proposto un aumento dell’11 per cento dei salari ed un premio per l’inflazione fino a 2.850 euro, a fronte di un contratto per 32 mesi. Troppo poco per Weselsky che denuncia che da due anni non ci sono abbastanza nuovi apprendisti ed è perciò indispensabile giungere a turni più leggeri per rendere più attrattivo l’impiego sulle rotaie.

Le Deutsche Bahn avevano già cercato in altre occasioni di fermare Gdl, nel 2014 e nel 2021, rivolgendosi al tribunale del lavoro per ottenere che obbligasse con un decreto d’urgenza i macchinisti a tornare al tavolo delle trattative. I tribunali non possono tuttavia vietare l’esercizio di un diritto costituzionale come lo sciopero, a meno che esso non sia diretto solo a creare un danno esistenziale al datore di lavoro. Nel marzo 1993 le Deutsche Post furono condannate dalla Corte costituzionale per aver ordinato a funzionari in sciopero di tornare al lavoro.

Il piano delle ferrovie tedesche prevede adesso l’impiego di treni più lunghi, ma è scontata comunque una flessione di almeno il 20 per cento del traffico ferroviario, anche se con forti differenze regionali. In vista dei disagi sono previsti rimborsi ai passeggeri.

Lo sciopero viene bollato come “irresponsabile ed egoista” dalla direzione delle Deutsche Bahn: “Anziché trattare ed affrontare la realtà, il sindacato dei macchinisti sciopera per richieste irrealizzabili” ha dichiarato. La sigla Gdl è parte dell’organizzazione dei dipendenti pubblici Dbb (Deutschen Beamtenbunds) che negli stessi giorni dello sciopero tratta a Potsdam il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici dei Länder.

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