Mentre la stampa italiana si è affrettata a bollare il Qatargate come “inchiesta flop”, a un anno dall’apertura dell’indagine sul presunto giro di mazzette pagate da Qatar e Marocco per influenzare l’Europarlamento, emergono nuovi elementi. Sotto accusa, di nuovo, l’attività di lobbying dell’ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, tornata libera dopo quattro mesi di carcere e domiciliari e che si è sempre dichiarata innocente. Stando a quanto rivelato da Domani insieme alla rete Eic (European Investigative Collaborations) sulla base di atti ottenuti dal giornale belga Le Soir, la politica greca ha fatto pressioni anche sull’attuale presidente del Parlamento europeo.

Le pressioni sul voto per i vistiDomani scrive che a Kaili sono stati sequestrati vari messaggi scambiati con Metsola. Una delle conversazioni sotto accusa risale a novembre 2023, nel momento in cui si discute la delicata questione della liberalizzazione dei visti per alcuni Paesi extraeuropei, tra cui appunto il Qatar. Questione sulla quale il Parlamento deve esprimersi. Il giorno prima del voto, l’ambasciatore del Qatar scrive a Kaili: “Ciao Eva. per favore, fai del tuo meglio per toglierlo. Hai ricevuto una chiamata dal palazzo. Sono molto arrabbiati, soprattutto Fifa e Qatar, se chiami parla con sua eccellenza Roberta Metsola”. E Kaili lo fa: scrive 10 messaggi alla presidente del Parlamento europeo: nove sono stati cancellati dalla stessa politica greca. L’unico rimasto recita: “Anche sul resto non sono d’accordo ma credo che lo digeriranno se otteniamo i visti”. La portavoce di Metsola, interpellata da Domani e da Eic, dice che “i messaggi sono stati cancellati prima che la presidente li vedesse”.

La cena ad Atene – Ma nei nuovi documenti, ci sono anche alcuni scambi su un viaggio di piacere in Grecia. Kaili scrive a Metsola il primo agosto 2022, pochi mesi dopo essere diventata vicepresidente del Parlamento Ue. “Tra quattro giorni ti farò sapere i dettagli per Atene“. Lei risponde: “Fantastico, non vedo l’ora”. La settimana successiva la greca continua: “Tu, tuo marito e 4 ragazzi? O di più? I biglietti e una guida vi aspetteranno alle 18 al Museo dell’Acropoli”. Altro messaggio: “Abbiamo organizzato una cena in uno dei nostri migliori ristoranti, vicino e con vista sull’Acropoli. Non devi occuparti di nulla, mandami solo il numero della persone”. E Metsola esegue: “Saremo 6 persone + 2 della sicurezza”. E Kaili conferma: “Fatto”. La domanda è chi ha pagato. La portavoce scrive a Domani e alla rete Eic: “Non è anormale che durante le vacanze personali con i suoi figli ci siano state discussioni private su visite culturali e su dove mangiare. Nell’estate del 2022 non c’era motivo di sospettare secondi fini dietro la cordialità di una collega proveniente da quel Paese”.

I biglietti – Pochi mesi dopo però, la questione si sposta dai viaggi di piacere alla delicata questione dei mondiali in Qatar. E’ l’11 novembre 2022 e Kaili scrive all’ambasciatore dell’Ue in Qatar: “Il primo ministro mi ha inviato un regal da parte della Fifa”. Gli inquirenti belgi, scrive Domani, sostengono che durante il viaggio in Qatar, l’ex vicepresidente del Parlamento Ue ha incontrato il presidente della Fifa Gianni Infantino, nonché organizzatore dei Mondiali di calcio. Passano 11 giorni e Kaili scrive al capo dello staff di Metsola proponendole un invito per andare ai Mondiali, che rifiuta: “Ciao Eva, Roberta ha consultato il servizio legale e dobbiamo stare molto attenti.. quindi, fatto salvo il futuro, per il momento non lo farei”. Ma la politica greca insiste e pochi giorni dopo scrive direttamente alla presidente: “Ti devo mandare un invito per i Mondiali, tu o tuo marito e i vostri figli potreste essere interessati?”. Kaili ha sostenuto che gli inviti arrivassero da Infantino, mentre le Fifa nega che le siano stati dati altri “pacchetti”.

L’inchiesta e le questioni ancora aperte – Sono tanti gli interrogativi ancora non chiariti dall’inchiesta della procura belga. E le rivelazioni di Domani e rete Eic aggiungono altri tasselli. C’è, ad esempio, l’intercettazione in cui Kaili, a novembre 2020, descrive l’allora compagno Giorgi come “un consulente di fiducia di diversi governi”. A cui va associata la testioniananza di una ex collaboratrice che sostiene: “Per ciò che riguardava la politica dei Paesi del Golfo, mi chiedeva di sentire il parere di Francesco Giorgi e dovevamo seguire le istruzioni… Kaili gli telefonava in mia presenza per sapere cosa avrebbe dovuto dire, fare o votare“. Una ricostruzione che proprio l’ex vicepresidente ha sempre smentito. Secondo gli inquirenti belgi al centro del giro di corruzione c’erano l’ex eurodeputato Pd poi passato ad Articolo 1 Antonio Panzeri e il suo collaboratore Francesco Giorgi: entrambi hanno confessato, il primo ha accettato di collaborare con i magistrati in cambio di una pena ridotta. A casa dell’ex parlamentare e sindacalista furono trovati 600mila euro. Mentre a casa di Giorgi e Kaili 150mila. 600mila euro sono i soldi che la politica greca affida al padre mettendoli in una valigetta insieme ai biberon della figlia. Questi soldi ancora non è stato chiarito a cosa e a chi servissero.

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