Il massimo della pena: quattro anni di squalifica. È questa la richiesta della Procura antidoping per il giocatore della Juventus Paul Pogba, secondo quanto rivelato da LaPresse. Si tratterebbe di una grave colpo per la carriera del 30enne giocatore che è rimasto fermo per molto tempo nelle ultime stagioni a causa di una serie di guai fisici. Praticamente, equivarrebbe alla parole fine sulla carriera del francese ad alti livelli.

Il controllo antidoping era avvenuto in occasione della prima giornata di campionato, la trasferita del 20 agosto a Udine: Pogba era risultato positivo ai metaboliti del testosterone. Esito confermato anche dalle controanalisi di inizio ottobre. La Procura nazionale antidoping quanti ha aperto l’istruttoria e ora è arrivata la richiesta di una squalifica di 4 anni in base al Codice Sportivo Antidoping di Nado Italia. La difesa di Pogba partirà da un punto cruciale: dimostrare la non intenzionalità nell’assunzione della sostanza dopante. In tal caso, la squalifica scenderebbe a un massimo di 2 anni, con diverse possibili attenuanti che ridurrebbero la pena. Più difficile dimostrare la ‘contaminazione accidentale’, fattispecie che la scorsa stagione portò all’assoluzione del difensore dell’Atalanta José Luis Palomino.

Finore, però, tutte le ricostruzioni apparse sui principali quotidiani sportivi italiani avevano attribuito la responsabilità proprio al giocatore: come aveva raccontato La Gazzetta dello Sport, la causa della positività sarebbe un integratore che Pogba avrebbe assunto su consiglio di un medico statunitense. Ma al centrocampista sarebbe bastato leggere il foglio illustrativo del medicinale per sapere che conteneva sostanze a rischio doping. Per il momento la Juventus ha sospeso in via cautelare il pagamento del ricco stipendio (fino a 10 milioni di euro netti, bonus compresi) e Pogba percepisce il minimo previsto in questi casi, 2mila euro al mase. Ma in caso di squalifica, il club avrà pure la facoltà di rescindere il contratto.

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