“Noi abbiamo donne che possono presentarsi come uomo, il gender, ma noi chiamiamo il male come male”, dice il polacco Roman Fritz, vicepresidente della Confederation of the Polish Crown, partito che ha tra gli obiettivi quello di difendere la fede cattolica, vicino alle istanze di Putin e dichiaratamente novax. “Per troppo tempo l’Ue ha consentito l’invasione di stranieri che non appartengono all’Europa e a insegnanti di sinistra di indottrinare i nostri ragazzi”, rilancia Majbritt Birkholm, del partito popolare danese. “Oggi l’Unione europea è una minaccia per l’Europa, e questa è l’amara verità”, ha aggiunto Kostadin Kostadinov, leader del partito di destra bulgaro Revival. “Quella dell’Ucraina non è la nostra guerra, l’economia russa cresce, quella tedesca va male. L’Ucraina non può vincere questa guerra, dovrebbero fermarla“, afferma il coleader della Afd, il tedesco Tino Chrupalla dal palco.

Eccoli gli alleati di Matteo Salvini che hanno preso parte all’Internazionale nera a Firenze. “Non siamo un cantiere nero, anzi c’è un’onda blu“, afferma felice il leader della lega a margine della convention Free Europe, organizzata a Firenze dal gruppo all’europarlamento Identità e Democrazia. “È una delle giornate che possono fare la storia”, assicura Salvini che nonostante le frasi espresse dal palco dai suoi alleati, sottolinea che “oggi c’è un’idea positiva, sorridente, pacifica, democratica“: “Metteremo giù la nostra idea di Europa, non contro qualcuno“, assicura il vicepremier italiano. Parole in contrasto con quelle espresse dal palco. Lo stesso Salvini poco prima dell’inizio dell’evento aveva parlato della guerra in Ucraina: i partiti del gruppo Identità e Democrazia, tra cui la Lega “hanno chiaramente sostenuto ogni intervento in difesa dell’Ucraina, coi fatti, coi volti e coi soldi, il resto sono chiacchiere”, ha detto. Dobbiamo sconfiggere quella Europa “massonica e burocratica che vuole distruggere, noi del Golia-Soros non abbiamo paura”, ha aggiunto il vicepremier dopo aver spiegato come il fronte sovranista sia simile a Davide che sfida Golia.

Il “cantiere nero” che doveva dare il via al superamento a destra di Giorgia Meloni, è partito però già sottotono. Assenti, infatti, i pesi massimi, e il leader della Lega accoglie sul palco le seconde file. Non c’è Marine Le Pen che si limita a intervenire con un videomessaggio attaccando “la signora Von Der Leyen“: per lei – ha detto la leader del Rassemblement National –l’immigrazione non è un problema, ma è un progetto. Se non facciamo niente, lasceremo che Bruxelles governi a discapito della vita dei popoli europei”. Non c’è neppure il trionfatore delle elezioni in Olanda, Greet Wilders, anche lui intervenuto con un messaggio video: “Saluto il mio amico italiano numero uno Matteo Salvini, sempre fonte di ispirazione per me e per anti altri”, ha detto Wilders. Salvini sembra comunque soddisfatto: “I dati ci dicono che oggi siamo la quarta forza politica al Parlamento europeo. L’obiettivo è di arrivare ad essere la terza, ed essere determinanti“. Dal palco il leader della Lega ha aggiunto: “Ho sentito parlare culture diverse, con alcune sfumature pure diverse, Id non è una caserma, ma ho sentito solo parlare di futuro. Oggi può nascere il Rinascimento dell’Europa che sarà”. “Buon Santo Natale a tutti, lo dico sperando che nessuno si offenda a sinistra “, aveva detto Salvini aprendo il suo intervento.

Di guerre ha parlato anche Harald Vilimsky, leader del partito austriaco Fpo: “È sbagliato il sostegno alla guerra di Israele contro la Palestina e sostenere la guerra in Ucraina“, ha detto. “Oggi la Ue è una minaccia per l’Europa, il problema maggiore è la crisi demografica, non esiste stato europeo che non sia toccato. I migranti mettono a repentaglio il futuro dell’Europa, le elite dominanti ci fanno rimpiazzare con i migranti, con gli stranieri”, ha detto Kostadin Kostadinov, ospite bulgaro della kermesse sovranista organizzata dalla Lega a Firenze. “Noi – ha concluso – vogliamo essere padroni e non ospiti nei nostri paesi”. George Simion, leader del partito Alleanza per l’unione dei romeni ha aggiunto: “Noi dei partiti patriottici, che vogliono l’Europa dei popoli, abbiamo una matrice culturale comune che la sinistra vorrebbe cancellare come vorrebbe cancellare la famiglia naturale”. Il polacco Roman Fritz punta tutto sulla fede cattolica: “Per noi il giusto cammino in Europa è dato da Dio, onore, patria, famiglia, fede, verità, giustizia e libertà. Tutto questo si può sintetizzare in un’unica parola: la tradizione cattolica, questa è l’essenza della civiltà latina. Quindi, coraggio, ritorniamo alle radici. Dio benedica l’Italia”, ha detto Fritz.

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