Inflazione di novembre più che dimezzata rispetto al mese prima. In Italia, stando alle stime preliminari dell’Istat, il carovita si attesta ora allo 0,8% anno su anno (contro il +1,7% di ottobre), livello che non si registrava da marzo 2021. Rispetto al mese prima i prezzi sono scesi in media dello 0,4% con l’unica eccezione degli alimentari (+0,7% mese su mese), ad ulteriore conferma del flop del trimestre anti inflazione orchestrato dal governo. In più l’Unione nazionale consumatori sottolinea che il calo “è solo un miraggio dovuto alla matematica e al fatto che a novembre 2022 si era raggiunto il record dell’11,8%, un rialzo da primato che non si aveva dal marzo del 1984. Insomma, è solo un effetto ottico”. Il nuovo calo, spiega l’Istat, risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei beni energetici, della dinamica di alcune tipologie di servizi e della nuova decelerazione del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari. L’inflazione acquisita per il 2023, ovvero la crescita media che si avrebbe se i prezzi rimanessero stabili nella restante parte dell’anno, è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo (al netto degli energetici e degli alimentari freschi).

La tendenza al ribasso non è prerogativa italiana. In Francia l’inflazione scende al 3,4% dal 4% di ottobre, più delle stime. Come spiega l’istituto di statistica nazionale “Questa flessione dovrebbe essere dovuta al rallentamento, nell’arco di un anno, dei prezzi dei servizi, dell’energia e, in misura minore, dei prodotti manifatturieri e degli alimenti”. Ieri era stato diffuso il dato tedesco, anch’esso in frenata al 3,2% dal 3,8% di ottobre. Pure per la Germania il rallentamento è superiore alle attese degli economisti, che si aspettavano una crescita dei prezzi al consumo del 3,5%. Mese su mese i prezzi si sono ridotti in media dello 0,4%.

Nell’intera area euro l’inflazione scende al 2,4% rispetto al 2,9% di ottobre, rende noto Eurostat in base alla prima stima flash. A incidere molto sulla discesa dell’inflazione di novembre, secondo i dati Eurostat, l’ulteriore calo dei prezzi dell’energia (meno 11,5% su ottobre). Sempre in crescita, ma in misura inferiore rispetto al mese precedente risultano invece i prezzi del comparto alimentare-tabacco (più 6,9% rispetto al più 7,4% di ottobre), i servizi (più 4% rispetto a più 4,6%) e i prodotti industriali non energetici (più 2,9% contro più 3,5%).

Un’inflazione che si avvicina al 2% è una buona notizia per la Banca centrale che si ripropone di riportare intorno a questa soglia l’aumento dei prezzi. Elemento che quindi favorisce un ammorbidimento della politica monetaria e scongiura ulteriori strette, ovvero nuovi aumenti dei tassi di interesse, sebbene per dicembre gli analisti si attendano un temporaneo rimbalzo dei prezzi. “Il nuovo considerevole calo dell’inflazione dell’area dell’euro” diffuso oggi da Eurostat “è una buona notizia”, afferma il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta commentando i dati usciti questa mattina di una riduzione del 2,4% a novembre, e ricordando l’azione restrittiva attuata dalla Bce “nei mesi scorsi” per combattere l’inflazione. Si tratta di “uno sviluppo favorevole” dell’andamento dei prezzi, ha aggiunto. La durata della fase restrittiva della politica monetaria della Bce “potrebbe essere più breve qualora la persistente debolezza dell’attività produttiva accelerasse il calo dell’inflazione”.

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