È morto a 100 anni l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger. Il politico si trovava nella sua casa in Connecticut. Era nato il 27 maggio 1923 nella città bavarese di Fürth, all’epoca Repubblica di Weimar. Nell’autunno del 1938, a 15 anni, le autorità naziste permisero alla famiglia ebraica di lasciare la Germania. I Kissinger si imbarcarono per New York. Studi ad Harvard, dove divenne professore, è stato consigliere di 12 presidenti statunitensi – più di un quarto di quelli che hanno ricoperto la carica – da John F. Kennedy a Joseph R. Biden Jr. Entrò alla Casa Bianca di Nixon nel gennaio 1969 come consigliere per la sicurezza nazionale e, dopo la sua nomina a segretario di stato nel 1973, mantenne entrambi i titoli, una rarità. Quando Nixon si dimise, rimase sotto la presidenza di Gerald R. Ford. Nel 1982 fonda a New York la società di consulenza Kissinger Associates per aiutare (dietro laute commissioni) i big di Wall Street a districarsi tra le incertezze e i rischi della geopolitica. Tra i clienti di alto lignaggio il colosso assicurativo Aig, American Express, la banca Chase Manhattan oltre ad aziende come Volvo e Fiat con il cui proprietario, Giovanni Agnelli, Kissinger sarà amico fino alla morte del primo. È autore di numerosi libri, tra cui Ordine mondiale, uscito nel 2014.

L’eredità del machiavellico statista continuerà ad essere discussa tra chi lo considera un genio diplomatico e chi un genio del male. Tra gli aspetti più controversi il sostegno ad Augusto Pinochet, autore del colpo di Stato nel Cile di Salvador Allende e poi dittatore del paese sudamericano dal 1973 fino al 1990. Così come, come il bombardamento e l’invasione della Cambogia o il via libera alla dittatura in Argentina e il sostegno all’invasione di Timor Est da parte dell’Indonesia. Tutto in chiave anti-sovietica. Non manca chi affibbia all’ex segretario di Stato l’appellativo di “criminale di guerra”. Tra questi anche associazione di difesa dei diritti umani. Il fatto che nel 1973 Kissinger abbia vinto il Nobel per la pace insieme al leader vietnamita Le Duc Tho (che rifiutò il premio), fa capire quanto sia controverso il personaggio. Fautore di una spregiudicata realpolitik, autore della celebre frase “il potere è il massimo afrodisiaco”, delle donne diceva “per me sono un hobby e nessuno spende troppo tempo con i propri hobby”. Avrà comunque due matrimoni e due figli.

L’ex presidente americano George W. Bush ha reso omaggio alla memoria di Kissinger affermando che con la morte dell’ex segretario di Stato l’America ha perso “una delle voci più sicure e ascoltate in politica estera“. Il fatto che un rifugiato della Germania nazista sia riuscito a diventare capo della diplomazia americana “parla sia della sua grandezza che della grandezza” degli Stati Uniti, ha aggiunto il repubblicano in una nota.

Anche la Cina rende omaggio all’ex segretario di Stato che ha contribuito ad aprire la nazione asiatica all’Occidente, rimarcando il suo ruolo prezioso nella costruzione delle relazioni tra Pechino e Washington. I media statali hanno ricordato “i suoi solidi legami” con la Repubblica popolare e le “oltre 100 visite fatte”, di cui l’ultima lo scorso luglio quando fu ricevuto dal presidente Xi Jinping: la visita dal “significato speciale” del “doppio centenario”, unendo età e numero dei viaggi. L’ambasciatore cinese negli Usa, Xie Feng, si è detto “profondamente” rattristato dalla notizia della morte dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che ha svolto un ruolo centrale nell’avvio delle relazioni tra Pechino e Washington, esprimendo le “sentite condoglianze” alla sua famiglia. “La storia ricorderà” il contributo di Kissinger alle relazioni Cina-Usa e “rimarrà sempre vivo nei cuori del popolo cinese come un vecchio amico molto apprezzato”.

“Un diplomatico eccezionale, un uomo di Stato saggio e lungimirante che per molti decenni ha goduto in tutto il mondo di un’autorità meritata“. Così il presidente russo Vladimir Putin ha definito Henry Kissinger in un messaggio di condoglianze alla famiglia pubblicato sul sito del Cremlino. Lo riferisce la Tass. Il premier giapponese Fumio Kishida ha elogiato quello che definisce il “contributo significativo” di Henry Kissinger alla pace e alla stabilità in Asia, che comprende la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Cina.

“Ha influenzato la politica globale del 20esimo secolo”, scrive su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

“Henry Kissinger è stato un punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia mondiale. È stato un privilegio aver avuto, di recente, la possibilità di confrontarmi con lui sui vari temi all’ordine del giorno dell’agenda internazionale. La sua scomparsa ci rattrista ed esprimo il mio cordoglio personale e del Governo italiano alla sua famiglia e ai suoi cari”. Lo scrive in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Henry Kissinger era un gigante della Storia. Il suo secolo di idee e di diplomazia ha avuto una lunga influenza sulla sua epoca e sul nostro mondo”, così su X del presidente francese, Emmanuel Macron. “La Francia esprime le sue condoglianze al popolo americano”, conclude. “Il mondo perde un grande uomo di Stato”, scrive sul suo profilo X David Cameron, attuale ministro degli Esteri di Londra e già premier del Regno Unito.

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