Stop alle armi per quattro giorni prorogabili, liberazione di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, oltre all’invio di aiuti umanitari a Gaza. Hamas e Israele hanno raggiunto un accordo per una tregua a un mese e mezzo dall’attacco dei miliziani islamisti che ha dato il via alla guerra lanciata da Tel Aviv nella Striscia. Un’intesa alla quale si è arrivati grazie soprattutto alla mediazione del Qatar, molto vicino al partito armato palestinese, e dell’Egitto, che invece ricopre storicamente un ruolo di mediatore tra lo ‘Stato ebraico’ e il mondo arabo-palestinese.

A dare l’annuncio formale del deal è stata proprio Doha, specificando che Hamas rilascerà 50 tra donne e bambini che si trovano ancora nelle loro mani: “L’orario di inizio della pausa sarà annunciato entro le prossime 24 ore – hanno spiegato – Durerà quattro giorni e sarà soggetta a proroga. L’accordo prevede il rilascio di 50 donne e bambini civili in ostaggio attualmente detenuti nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di un certo numero di donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Il numero dei rilasciati sarà aumentato nelle fasi successive all’attuazione dell’accordo”, ha affermato Doha in un comunicato citato dai media internazionali. Informazioni confermate anche da un alto funzionario americano nel corso di un briefing con i giornalisti: “L’accordo è stato studiato per rilasciare 50 tra donne e bambini nella prima fase, ma ci aspettiamo che altri ostaggi siano liberati in un secondo momento”.

A dare i numeri dei prigionieri palestinesi che saranno liberati è invece Hamas. Secondo il partito armato, sono 150 le persone che usciranno dalle carceri israeliane, tutte donne e bambini. Successivamente il ministero della Giustizia israeliano ha diffuso un elenco di 300 nomi di prigionieri palestinesi candidati a far parte del primo gruppo di detenuti destinati alla liberazione. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il membro del gabinetto di sicurezza Benny Gantz sono stati autorizzati a decidere ogni volta sull’identità dei prigionieri da rilasciare tra i 300 selezionati. Sono stati inoltre autorizzati a determinare la data finale della tregua, in vista della possibilità che Hamas rilasci altri ostaggi, a condizione che la durata totale non superi i dieci giorni. ”Quello che so – ha poi aggiunto il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Jonathan Conricus – è che i palestinesi che vengono liberati dalle carceri non sono affatto terroristi di alto calibro, né delinquenti troppo pericolosi”.

L’accordo, da quanto si apprende, prevede due diverse fasi. La prima, con la liberazione di 50 ostaggi e 150 prigionieri palestinesi. Ne è poi prevista una seconda che potrebbe portare alla liberazione di altri 50 ostaggi e altri 150 palestinesi, sempre che la tregua regga. A tutto questo va aggiunto il punto sulle forniture di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, stremata da un mese e mezzo di bombardamenti ininterrotti. Il Qatar ha spiegato che la tregua “permetterà l’ingresso di un numero maggiore di convogli umanitari e aiuti, compreso il carburante destinato ai bisogni umanitari”. Nello specifico, si tratta di 300 camion di aiuti e carburante al giorno.

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