In ottobre le immatricolazioni continentali di autovetture hanno raggiunto quota 1.039.253, contro le 911.132 unità registrate a ottobre 2022, facendo registrare un incremento del 14%. Si tratta del quindicesimo mese di crescita consecutiva per il mercato dell’auto europeo (EU+EFTA+UK). Buono pure il bilancio dei primi dieci mesi dell’anno in corso: ad oggi, sono state targate 10.722.930 vetture, pari a una crescita del 16,7% sul periodo gennaio-ottobre 2022; ma con un calo del 19,6% sullo stesso periodo del 2019, prima della pandemia e della guerra in Ucraina.

“Se le immatricolazioni procederanno con lo stesso tasso di crescita dei primi dieci mesi il 2023 si chiuderà a quota 13.171.858 e quindi su un livello decisamente inferiore a quota 15.805.658 del 2019, che resta il livello da raggiungere per ritenere superata la crisi apertasi con la pandemia e proseguita con una sequela di altri fattori negativi”, spiega il Centro Studi Promotor. Anche se, al momento, non sembrano esserci le condizioni per il ritorno del mercato ai livelli ante-crisi, visto che le attese per l’economia non appaiono particolarmente favorevoli. Il ritorno alla “piena salute”, in termini di immatricolazioni, potrebbe quindi avvenire nel 2025 o, addirittura, nel 2026.

A ottobre, l’andamento nei cinque maggiori mercati vede la Francia in testa (+22%) e a seguire Italia (+20%), Spagna (+18%), Regno Unito (+14%) e Germania (+5%, livello condizionato dall’esclusione, a partire da settembre, delle persone giuridiche dagli incentivi per l’acquisto di auto elettriche). Nei 10 mesi l’incremento maggiore è dell’Italia (+20,4%), segue il Regno Unito (+19,6%), la Spagna (+18,5%), la Francia (+16,5%) e la Germania (+13,5%). Continua la crescita delle vetture elettriche (+30% e 158 mila immatricolazioni), ma sono le auto ibride a farla da padrone (+33% e 298 mila immatricolazioni). Le vetture a benzina crescono dell’8% (354 mila unità), mentre le diesel calano del 13,2% (110 mila pezzi).

“In questo quadro non entusiasmante – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – prosegue il cammino dell’auto elettrica la cui quota sulle immatricolazioni complessive, che era del 12,2% nei primi dieci mesi del 2022, è salita di tre punti tondi nello stesso periodo del 2023 collocandosi al 15,2% ma con differenze notevolissime tra paese e paese. Si passa infatti dall’83,5% della Norvegia al 2,5% della Slovacchia che, con una quota così modesta, non contribuisce certo al miglioramento dell’ambiente, anche se, ad onore del vero, va detto che le benemerenze ecologiche della Norvegia sono completamente vanificate dal fatto che questo paese è un grande produttore di petrolio, risorsa energetica il cui utilizzo non giova certo all’ambiente”.

L’Italia figura all’ultimo posto per vetture elettriche immatricolate nei primi 10 mesi 2023, ferme al 3,9% del totale. Le auto a batteria vanno meglio in Germania, dove rappresentano il 18% dell’immatricolato nel 2023, in Francia (16%), Regno Unito (16,3%) e Spagna (5%). Mentre in Europa, sempre nel periodo gennaio-ottobre, le elettriche rappresentano il 15% dell’immatricolato (1,63 milioni di pezzi), contro il 26% delle ibride (2,81 milioni), il 36% delle vetture a benzina (3,89 milioni) e il 12% delle diesel (1,3 milioni).

“I risultati dei primi tre paesi sono in larga misura dovuti ad incentivi generosi e ad acquisti di auto elettriche da parte delle flotte”, sostiene Quagliano: “Anche in Italia vi sono da anni incentivi di un certo rilievo per le auto elettriche, ma sono stati regolamentati in maniera così ‘efficace’ da lasciare ampiamente e sistematicamente inutilizzati gli stanziamenti previsti. Alla data di ieri, dei 190 milioni stanziati per incentivi all’auto elettrica nel 2023 ben 112 milioni non sono stati utilizzati…”.

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