Si interrompe sul più bello la settimana perfetta di Jannik Sinner. Dopo Carlos Alcaraz in semifinale, il numero 1 del mondo Novak Djokovic domina anche contro l’azzurro con il punteggio di 6-3 6-3. Il settimo titolo alle Atp Finals del serbo rappresenta nell’ennesimo record della sua carriera. Adesso Roger Federer è staccato definitivamente. Per Nole si tratta del titolo numero 98 che chiude un’altra stagione di livello assoluto. Per Sinner il sorpasso definitivo su Adriano Panatta nella speciale classifica degli italiani più vincenti è solo rimandato.

Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca ma che non toglie niente al grandissimo torneo giocato da Sinner. Il primo successo contro Nole nel girone, l’ennesima vittoria contro Medvedev, la prima finale alle Atp Finals. Tutto contribuisce ad inquadrare l’azzurro sotto una luce diversa. La finale di Torino insomma lancia un messaggio a tutti: dobbiamo abituarci a questi obiettivi e a questi momenti. Lo standard raggiunto è al massimo, la consapevolezza è piena, la sudditanza praticamente azzerata. Atp Finals, Slam e Masters 1000 d’ora in avanti saranno propositi concreti da raggiungere, contro chiunque. Ma oltre alle parole, ci sono i numeri. I 1000 punti conquistati in questa settimana lasciano intravedere all’orizzonte il terzo posto in classifica, detenuto da Daniil Medvedev. La prima occasione di sorpasso al russo arriverà ai prossimi Australian Open, dove l’azzurro difende l’ottavo di finale della passata stagione.

L’entusiasmo e le prestazioni regalati da Sinner non hanno però rilevanza solo sotto il profilo sportivo, ma anche fuori dal campo. In primis c’è stata un’attenzione mediatica inedita per il nostro Paese, e poi c’è la pratica “conferma” del torneo in ballo. Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi vuole fortemente la riconferma (se non a Torino almeno in Italia), senza correre rischi che potrebbero materializzarsi dall’Arabia Saudita, dove tra poche settimane si disputeranno le Next Gen Finals di Jeddah. E dall’Atp inizia ad arrivare qualche segnale. Prima della finale il presidente Andrea Gaudenzi non ha nascosto la propria felicità di fronte ai risultati ottenuti, dichiarando che “questo successo aiuta. Il board è molto soddisfatto del coinvolgimento, dell’entusiasmo e dell’organizzazione”. All’inizio dell’anno prossimo “inizieremo le riunioni per vedere se ci sarà la possibilità di prolungare di altri due anni la permanenza. Le Finals storicamente si sono sempre spostate sempre a cicli di 5 anni. Siamo alla terza edizione e dunque vediamo cosa può succedere. Dico solo che c’è una grande possibilità di vedere il torneo in questo continente. La cosa positiva è che dal presidente Malagò al ministro Giorgetti, con cui ho parlato negli ultimi giorni ed è un grande appassionato di tennis, c’è una grande spinta e voglia di tenere questo evento in Italia e proveremo a lavorare in questa direzione”. In questo senso un’ulteriore mano potrebbe arrivare anche dalla Davis Cup, con l’Italia che esordirà il prossimo giovedì nei quarti di finale contro l’Olanda.

La presenza in squadra del finalista delle Atp Finals lascia poco spazio alla pre-tattica: l’Italia è una delle favorite per la vittoria finale. Forse, la prima favorita. Insieme agli azzurri, a Malaga arriverà anche il grande entusiasmo che la settimana di Jannik Sinner ha donato a tutto l’ambiente. Un fattore che potrebbe rivelarsi trascinante e che servirà soprattutto in caso di semifinale contro la Serbia di Djokovic. Riportare la Davis in Italia dopo 47 anni potrebbe essere, per Sinner, un ottimo modo di dimenticare l’amarezza per questa finale persa.

Una partita approcciata da Djokovic in maniera completamente diversa rispetto a quella vista nel girone. Aggressività, concentrazione, errori ridotti al minimo. Nole prende subito in mano l’inerzia della sfida e il primo allungo non può che essere suo. Sinner appare meno brillante fisicamente e fatica a stare dietro ai ritmi imposti dal numero 1 del mondo. Di occasioni non ce ne sono e così il serbo porta a casa agevolmente il primo parziale. Torino prova a indurre una reazione, ma Djokovic ha ben chiaro l’obiettivo e non lascia spazio. Primo turno di servizio e Sinner cede ancora. Il suo diritto finisce in corridoio. Sui turni di battuta del serbo si continua a non giocare, mentre in quelli di Jannik si fatica, con Nole che si guadagna altre tre palle break poco dopo. E qui la reazione arriva. Sinner le annulla tutte con carattere e cerca di alzare il livello. Lo sforzo porta a due occasioni per rientrare nel match, ma il serbo chiude ogni possibilità. Un andamento che si chiude nel modo più amaro, con un doppio fallo dell’azzurro.

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