“Il venerdì era un momento per la nostra famiglia per stare insieme, per mangiare insieme, da quando l’ordine di evacuazione è stato emesso però i membri della mia famiglia sono stati sparsi ovunque”. È il racconto fatto da un’operatrice Oxfam che testimonia la drammatica separazione dai suoi familiari dall’inizio dei bombardamenti. Ora, dice, nei rari momenti in cui internet funziona “la nostra prima preoccupazione è assicurarci che tutti siamo ancora vivi”.

La richiesta dell’operatrice è semplice: sperare di arrivare presto a un “cessate il fuoco”. “Quello che abbiamo visto finora è troppo, non può essere espresso a parole”.

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere raccolte da Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al Governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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