Delitto di lesa maestà. Dopo Fitch e Standard & Poor’s, anche Moody’s esprime qualche dubbio sulla assoluta affidabilità degli Stati Uniti come debitore. Beninteso, stiamo parlando di poco più che bisticci per quella che rimane la potenza finanziaria per eccellenza, la cui moneta e i cui titoli di Stato vengono considerati in tutto il mondo asset sicuri per antonomasia. Sta di fatto che ieri l’agenzia di rating americana ha confermato il rating Aaa, il più alto nella sua classificazione, ma ha rivisto al ribasso (da stabili a negative) le prospettive sul paese, una mossa che circa nel 30% dei casi si traduce in un successivo abbassamento del giudizio di rating.

Non ha aiutato il brutto segnale giunto dall’asta dei titoli trentennali di giovedì scorso, caratterizzata da una domanda fiacca e da bond piazzati ai richiedenti con interessi superiori a quelli di mercato. Probabile che ci sia stato un qualche effetto dell’attacco informatico che ha bloccato l’operatività della banca centrale cinese che non ha potuto piazzare i suoi ordini al collocamento. Tuttavia anche al netto di questo fattore la sensazione è stata quella di un disamoramento nei confronti dei bond a stelle e strisce. Così come la ricorrente impasse al Congresso sulla legge per autorizzare nuove spese provoca qualche scossone.

In ogni caso l’alzata di sopracciglio di Moody’s ha mandato su tutte le furie Casa Bianca e Tesoro statunitense. La revisione dell’outlook è una “conseguenza dell’estremismo dei repubblicani in Congresso”, afferma la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre mentre il ministero del Tesoro di Janet Yellen ha espresso chiaramente il suo disaccordo nella decisione “La nostra economia è forte” e i Treasury (i titoli di stato Usa, ndr) sono l’asset più sicuro al mondo”

La revisione dell’outlook a negativo è legata “all’aumento dei rischi al ribasso per la solidità di bilancio americana”, spiega però Moody’s. “In un contesto di più alti tassi di interesse, senza efficaci misure di politica di bilancio per ridurre la spesa pubblica o aumentare le entrate. Moody’s si attende che i deficit di bilancio resteranno molto ampi, indebolendo in modo significativo la sostenibilità del debito“. In particolare l’agenzia sottolinea come la spesa per il pagamento degli interessi sia destinata a salire sensibilmente sia in rapporto al Pil sia rispetto alle entrate fiscali. Del resto Moody’s è l’ultima delle tre grandi agenzie a mantenere il massimo voto per gli Usa. Fitch ha declassato il governo americano in agosto in seguito allo scontro in Congresso sul tetto al debito. Standard&Poor’s si era mossa addirittura nel 2011. E nell’ultimo anno il deficit americano è salito molto

Questo “voto”, come si accennava, indica la capacità di un soggetto che emette obbligazioni (come sono anche i titoli di Stato) di ripagarlo secondo i termini, di versare regolarmente gli interessi e di rimborsarlo, una volta che arriva a scadenza, interamente e nei tempi previsti. Nel caso di titoli di Stato le agenzie emettono i rating gratuitamente mentre quelli sulle obbligazioni societarie vengono pagati dalle stesse società che emettono i titoli. Avere una sorta di certificazione esterna è quasi indispensabile per presentarsi ai mercati ma, come è facilmente intuibile, il fatto che chi riceve il voto sia lo stesso soggetto che paga per averlo non è proprio il massimo per garantire l’assoluta imparzialità. Di più, gli azionisti delle agenzie di rating (a loro volta società quotate) sono colossi della finanza come Blackrock, Vanguard, Berkshire Hataway (la società del finanziare Warren Buffett) che sono anche soci di gran parte dei colossi industriali e finanziari su cui le “tre sorelle” del rating emettono le loro valutazioni.

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