Era irreperibile da diversi mesi quando è stato catturato dalla polizia locale di Duisburg a causa di un banale incidente stradale. Si è conclusa così a Baerl, un quartiere della città tedesca nei pressi del fiume Reno, la fuga di Antonio Strangio detto “u Meccanicu”, 44 anni, originario di San Luca, in provincia di Reggio Calabria. L’uomo era stato condannato a 5 anni di carcere per droga nell’ambito del processo “Pollino” in cui la Dda gli contestava un traffico di 5 pacchi di cocaina che dovevano essere distribuiti nella piazza di spaccio di Milano.

In attesa della Cassazione, mentre era sottoposto all’obbligo di presentazione alla caserma dei carabinieri del piccolo paesino della Locride, lo scorso dicembre ha deciso di allontanarsi. Di lui si erano perse le tracce tanto che nel luglio scorso, dopo l’aggravamento della misura cautelare, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, il giudice ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Questo non ha impedito al latitante di condurre una vita normale a Duisburg dove lavorava sia come pizzaiolo che come corriere per una grossa azienda di spedizioni. La sua presenza era stata segnalata alle autorità tedesche dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio e del gruppo Locri che stavano conducendo le indagini con il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Giuseppe Lombardo.

Ai militari non è passato inosservato che Antonio Strangio fosse solito pubblicare foto e video sui social. Sulla sua pagina facebook, infatti, il latitante faceva vedere che si trovava in Germania dove, nonostante tutto, è rimasto libero fino al 27 ottobre scorso quando è stato coinvolto in un incidente stradale.

I dettagli sulla cattura, stamattina, sono stati pubblicati sui siti della tv pubblica tedesca Mdr e del quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Banalmente, mentre era alla guida di un furgone dell’azienda di spedizioni a Baerl, Strangio ha sbagliato la manovra della retromarcia e ha urtato l’auto di un’anziana signora. Quest’ultima ha chiamato i poliziotti del Polizeipräsidium di Duisburg che, arrivati per eseguire i rilievi dell’incidente, hanno chiesto i documenti anche a Strangio che li ha consegnati senza opporre alcuna resistenza. Solo in seguito ai controlli sul nominativo è emerso che si trattava di un ricercato italiano sul quale pendeva un mandato di arresto europeo.

Cugino di Francesco Pelle detto “Ciccio Pakistan” e di Antonio Pelle alias “Vanchelli”, Antonio Strangio, conosciuto anche con il soprannome di “TT”, è stato cosi arrestato e adesso è in attesa di estradizione. Che per lui sarebbe la quarta in quindici anni. L’ultima volta è dell’agosto 2019 quando la Germania lo ha consegnato all’Italia dopo che il gip aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Pollino” che ha fatto luce su un traffico di droga gestito dalle cosche mafiose della Locride.

Nel 2017, sempre dalla Germania, era stato estradato perché non era rientrato in Italia dopo una condanna a 19 mesi di carcere per intestazione fittizia. Quella volta era stato catturato a Moers dalla polizia tedesca su indicazione dei carabinieri che avevano individuato il covo del ricercato, all’epoca coinvolto nell’inchiesta scaturita dalle indagini sulla strage di Duisburg del 2007. Per gli inquirenti, nonostante sia stato condannato per droga e non per associazione mafiosa, Antonio Strangio è ritenuto contiguo alla cosca “Pelle-Vanchelli”. In passato ha lavorato a Duisburg al ristorante “Da Bruno” nei cui parcheggi si è consumata la strage di ferragosto del 2007. All’epoca 38enne, quella sera Strangio scampò alla mattanza in cui rimasero uccise sei persone ritenute vicine alla cosca Pelle-Vottari. Il corriere-pizzaiolo si salvò perché lasciò il ristorante prima della mezzanotte. Mentre nell’armadietto del proprietario del locale Sebastiano Strangio, una delle vittime, gli investigatori tedeschi trovarono un fucile d’assalto americano Colt AR-15, in quello di Antonio Strangio c’erano 280 cartucce calibro 357 magnum.

Il nome del latitante, infine, compare anche nell’informativa dell’inchiesta “Crimine”: nel settembre 2009, infatti, gli investigatori lo hanno filmato a bordo della sua auto mentre si recava a Polsi, là dove si tenne il summit il giorno della festa della Madonna.