Il maltempo non dà tregua e dopo i temporali che hanno messo in ginocchio la Toscana, dove il bilancio delle vittime è salito a 7 per il ritrovamento del 69enne disperso da giovedì a Campi Bisenzio, la Protezione Civile ha emesso per oggi, sabato 4 novembre, una nuova allerta meteo. Arancione in Emilia-Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria. Gialla in altre 15 regioni. La tempesta Ciaran continua a flagellare l’Italia e sono attese altre piogge, temporali e vento forte su gran parte della Penisola, con precipitazioni diffuse, anche temporalesche, in particolare sulle regioni settentrionali e sull’Alta Toscana. Il maltempo si sposterà, nel corso della prossima notte e nella mattinata di domani, su gran parte del centro peninsulare e sulle regioni del versante tirrenico meridionale. La neve è arrivata sui rilievi alpini e in molti casi anche su quelli dell’Appennino e per la prima volta quest’anno ha imbiancato la cima dell’Etna. A Venezia è atteso il ritorno dell’acqua alta ed è già prevista l’attivazione del Mose. Sono ormai 1.400 gli interventi di vigili del fuoco e protezione civile tra Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria e Molise, soprattutto per allagamenti e alberi e tetti divelti e in Toscana sono al lavoro anche un migliaio di volontari. Tira un sospiro di sollievo il Veneto, per il miglioramento della situazione dei fiumi, mentre a Milano proseguirà fino a domani l’allerta gialla e il Comune invita alla prudenza.

Dalla Toscana martoriata dall’alluvione, e in particolare dalla Val Bisenzio dove sono ancora centinaia le richieste di intervento, arrivano le parole dei sindaci. “Siamo a 36 ore dall’evento e abbiamo ancora migliaia di persone con oltre un metro di acqua” in casa, ha spiegato Andrea Tagliaferri, sindaco di Campi Bisenzio (Firenze) dove in una palestra è appena stato allestito un secondo centro per sfollati in zona Capalle, dopo quello predisposto allo Spazio Reale di San Donnino. “Ma i vigili del fuoco hanno i mezzi nautici – ha proseguito il sindaco – e così la Colonna mobile della Lombardia, le Misericordie, la Cri, l’Anpas e adesso possiamo entrare nelle aree allagate a portare viveri e acqua, in particolare a San Piero a Ponti“, dove “non sappiamo con certezza se sono tutti salvi” a causa di telefoni scarichi e fuoriuso. Intanto, in vista del peggioramento meteo previsto, la Protezione civile invita i comuni a predisporre evacuazioni preventive. A decidere saranno i sindaci, come ha già fatto quello di Montemurlo (Prato) Simone Calamai: “Dalle 20 di stasera gli abitanti delle frazioni di Oste, Popolesco e Santorezzo lascino la propria abitazione se abitano ai piani terra o in seminterrati” o “vadano ai piani più alti”. Mentre il Comune di Prato ha annunciato di voler evacuare 180 persone oltre i 65 anni e persone con disabilità dalle loro case, tutti abitanti della zona ovest della città. In tutto, tra Montemurolo, Montale e Prato, alle ore 20 di sabato 4 erano già 1.200 le persone evacuate in via precauzionale.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani, che per ora stima in almeno 300 milioni di euro i danni in regione tra pubblico e privato, ha comunicato sui social che dalla mattinata di sabato sono operative le task force che sono arrivate dalle altre regioni d’Italia. In serata si è detto soddisfatto che “le 30 idrovore impiegate a Campi Bisenzio stiano funzionando e che l’acqua sia scesa”. Quanto alla popolazione rimasta isolata, sempre in serata Giani ha comunicato che sono 5mila le persone in tutta la regione con difficoltà nella viabilità, ad eccezione dei mezzi di soccorso. “In corso interventi per il ripristino di acqua potabile con Publiacqua e utenze dell’energia elettrica con Enel (4.640 quelle senza corrente)”, ha scritto il governatore sui social. “E’ una nuova epoca, è cambiata la geografia dei luoghi”, aveva commentato in giornata con un video postato sui social in cui mostra il nuovo corso del torrente Bardena, responsabile dell’alluvione a Figline di Prato, tra i territori più colpiti. “Ora il torrente attraversa il cancello di una casa privata. Quello che è successo due giorni fa sta determinando la geografia dei fiumi. Rendiamoci conto di cosa sono i cambiamenti climatici”.

Il prezzo più alto lo hanno pagato i territori tra Prato e Pistoia, dove si è avuto il maggior numero delle sette vittime fin qui registrate dalla Protezione civile (quattro fra Prato, Montale e Montemurlo) e dove si conta ancora un disperso, oltre a Walter Locatello, il vigile del fuoco scomparso due giorni fa dopo essere scivolato nel canale Tesa Vecchio a Puos D’Alpago, nel bellunese. Le autorità toscane evidenziato che i livelli di fiumi e torrenti sono tutti in diminuzione e sotto soglia, ma nelle prossime ore è in arrivo una nuova perturbazione e la Toscana ha emesso una nuova allerta arancione per rischio idraulico e idrogelogico dalle 20 di questa sera alla mezzanotte di domenica 5 novembre. Arancione anche per il rischio di mareggiate su tutta la costa a partire dalla mezzanotte. “Il codice arancione è un’allerta che va presa seriamente in considerazione sempre, e ancora di più se ci sono situazioni ove si è già verificata”, ha voluto puntualizzare l’assessora toscana alla protezione civile Monia Monni.

Precisazioni che però non hanno frenato le polemiche. Parole dure sono arrivate dal sindaco di Prato che ieri mattina 3 novembre ha aspramente criticato le comunicazioni sulla tempesta in arrivo: “L’allerta doveva essere rossa. Noi a Prato avevamo l’allerta gialla per pericolo di pioggia e arancione per l’idraulico. Il problema è che era rosso, anzi rossissimo. Come Comune non avevamo disposto la chiusura delle scuole perché con l’allerta arancione non l’abbiamo mai chiuse. L’ho disposta poi dopo nel pomeriggio quando ho visto che il livello dell’acqua era fuori portata“. Di parere contrario Tagliaferri, primo cittadino di Campi: “Devo dire che i lavori idraulici al territorio vengono fatti, allerta arancione significa aprire il centro operativo comunale di protezione civile e allertare le squadre di protezione civile e lo abbiamo fatto così come le altre misure previste. Dico che un fenomeno così era impossibile da prevedere, e che se ci fosse stato allerta rossa non sarebbe cambiato nulla“.

E il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha diramato una nuova allerta gialla per rischio idraulico e idrogeologico sul territorio di Milano: restano valide le raccomandazioni in caso di pioggia o vento di non sostare sotto gli alberi e le impalcature di cantieri, dehors e tende. Nel capoluogo l’allerta gialla proseguirà fino a domani e il Comune per precauzione ha inviati a non sottostare sotto alberi, cantieri, dehors e tende. A Caorle, nel Veneziano, alcuni nuclei familiari sono stati evacuati dalle abitazioni in seguito alle rottura dell’argine su una sponda del canale Taglio. A Trieste è stata riaperta la strada costiera verso Miramare, chiusa ieri a causa della mareggiata. Va meglio in Liguria, anche se a Genova, La Spezia, Cinque Terre, Portofino e su gran parte del Ponente è in corso la conta dei danni che dovrebbe ammontare a svariati milioni. Riaperta invece l’Aurelia nei vari punti in cui era stata chiusa, anche se molti lungomare rimangono off-limits. Su gran parte dell’Emilia Romagna è stata estesa fino a domani l’allerta gialla per criticità idraulica, idrogeologica e vento, questo per la possibilità di frane e innalzamenti dei corsi d’acqua. Paura a Scanno, in Abruzzo, dove alle 9.30 un masso si è distaccato dalla parete rocciosa di un monte atterrando su un’auto parcheggiata, a circa 50 metri da un complesso di 12 appartamenti. Protezione civile in allerta anche in Umbria per l’arrivo di altre piogge tra oggi e domenica. Ieri si sono registrate frane e cadute di alberi su gran parte della regione ma il tutto senza particolari situazioni di pericolo per le persone.

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