“Non ha indicato i piani futuri del movimento”. E’ questa la lettura che molti media arabi, a cominciare da Al Jazeera, danno dell’attesissimo discorso di Hassan Nasrallah, leader del partito-milizia libanese Hezbollah, che avrebbe dovuto cambiare gli sviluppi regionali intorno al conflitto israelo-palestinese.

Altri giornali locali libanesi, invece, come An Nahar, mettono l’accento su “le possibilità aperte e la lotta al fronte sud”, al confine israelo-libanese, menzionate dal leader del partito radicale che si è detto coinvolto nella guerra fin dall’8 ottobre. “A Hezbollah – scrive Ghassan Salibi – diciamo che non ha il diritto di utilizzare il territorio libanese per attaccare Israele, soprattutto perché considera esplicitamente ciò che sta accadendo oggi nel sud come una battaglia per liberare Gerusalemme e non i territori libanesi occupati”. Secondo il giornalista, il leader del partito “ha privato il movimento del carattere di resistenza libanese” e questo, spiega, fa sì che “la resistenza diventi estranea alla volontà nazionale e alla legittimità libanese”.

Il giornale saudita al Sharq al Awsat dà, invece, rilevanza “all’operazione 100% palestinese”, come garantito durante il discorso da Nasrallah. Il quale ha indicato come artefici dell’attacco del 7 ottobre “i leader, il popolo e i combattenti della resistenza”. A fianco all’apertura dedicata al discorso del capo del partito di Dio, il giornale saudita riporta la smentita del Cremlino riguardo alla notizia circolata ieri del presunto rifornimento ai miliziani libanesi di armamenti per la contraerea da parte della Wagner.

Quanto sia controproducente l’estensione della guerra, è la chiave di lettura di Dania Khatib che su Arab News, portale saudita in lingua inglese, scrive che “oltre il 70% della popolazione libanese è contraria all’entrata in guerra, nonostante la profonda simpatia che nutre per i palestinesi di Gaza”. Questo risultato, spiega, potrebbe però mutare “se Israele colpisse il Libano: cambiando la narrazione nell’opinione pubblica da ‘non entrare in guerra’ a ‘fai il tuo lavoro e proteggi il Libano’”. Per la Khatib, ricercatrice, “Hezbollah ha controllato il “tempo” degli eventi: tiene occupato l’esercito israeliano, confonde l’intelligence e spaventa il popolo israeliano”, lasciando tutti nell’attesa.

Proprio ieri, Hashem Safi al Din, membro del consiglio esecutivo di Hezbollah, aveva dichiarato al quotidiano al Akhbar, vicino al partito di Dio, che “il discorso di Nasrallah avrebbe confermato la necessità di resistere e che il nemico avrebbe visto i risultati di questa volontà”. A conferma di quanto annunciato, il quotidiano libanese apre la prima pagina con il titolo “tutte le possibilità sono aperte”, segnalando che nulla è ancora certo. Ma al momento, scrivono su X molti utenti, ‘rimane un discorso vago’.

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