Amira lavora in un’associazione partner di Oxfam della Striscia di Gaza. In questa videotestimonianza racconta come una settimana dopo l’inizio dei bombardamenti di Israele è stata costretta a lasciare la sua casa insieme si suoi cinque figli e si è rifugiata nel centro dell’associazione, trasformato in un rifugio per centinaia di persone. Come altre migliaia di sfollati infatti Amira ha trovato una sistemazione di fortuna, non avendo un posto dove andare dopo l’ordine di evacuazione arrivato dalle autorità israeliane. “Tutte le case dei miei amici e colleghi erano occupate. Ora come parte dello staff mi è stata affidata la gestione del centro. Un collega ci ha raccontata di aver trovato i resti di sua figlia, una notizie straziante. Un altro collega che gestiva un laboratorio artistico è stato ucciso. Vorrei avere il tempo per piangere tutte queste persone che amavo e che ora non ci sono più”.

Il racconto di Amira fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto

LA CAMPAGNA – A Gaza è catastrofe umanitaria, gli aiuti di Oxfam.

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